Tunisia, un fermo per il suicidio del reporter

giovedì 27 dicembre 2018


Una situazione sociale assolutamente drammatica. Non ci sarebbe solo la disperazione personale alla base del suicidio del reporter precario, Abdelrazzak Zorgui. Il giovane si è immolato dandosi fuoco lunedì sera a Kasserine. Il gesto sarebbe un atto di protesta estrema contro la marginalizzazione della regione. L’indagine dei procuratori tunisini prosegue. A seguito della morte del giornalista ci sarebbe stato un fermo. La magistratura contesta diversi reati: istigazione al suicidio, omissione di soccorso, concorso in omicidio, omicidio. Il fermo è stato reso noto dal portavoce del tribunale di Kasserine, Achref Youssefi, che ne ha dato conto all’agenzia di stampa tunisina Tap. “Le indagini – ha detto Youssefi – vanno avanti per fare luce su tutte le circostanze del tragico evento e per intraprendere tutte le misure legali necessarie nei confronti di tutte le persone implicate nei fatti”.

Youssefi ha dichiarato che le indagini preliminari condotte dalla squadra di polizia giudiziaria “hanno dimostrato che esistono degli indizi di colpevolezza a carico di alcune persone”. Il giovane reporter, poco prima di darsi fuoco, aveva postato su Internet un video in cui motivava le ragioni del suo gesto. Con un monito “pericoloso”: l’invito rivolto a tutti i giovani disoccupati della città a scendere in strada per i loro diritti.  Proprio lunedì sera a Kasserine si erano registrati degli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.


di Redazione