I “moniti” di Trump e Pompeo all’Iran

lunedì 23 luglio 2018


Si riapre lo scontro fra Stati Uniti e Iran. Donald Trump ha lanciato un nuovo “monito” nei confronti del presidente iraniano Hassan Rouhani: “Non minacciare mai più gli Stati Uniti – ha scritto Trump su Twitter – o ne pagherete le conseguenze, come pochi nella storia ne hanno sofferte prima. Non siamo un Paese che tollererà più le vostre stupide parole di violenza e morte. Fate attenzione”. Il tweet carico di presagi è arrivato dopo un messaggio in cui Rouhani aveva sostenuto che un conflitto degli Stati Uniti contro la Repubblica islamica rappresenterebbe “la madre di tutte le guerre”. Il segretario di Stato americano Mike Pompeo, nel corso di un discorso in California, al Ronald Reagan Presidential Library e Museum, ha detto che “il livello di corruzione e ricchezza tra i leader del regime dimostra che l’Iran è guidato da qualcosa che assomiglia alla mafia più che a un governo. Qualche volta sembra che il mondo sia diventato insensibile davanti all’autoritarismo del regime in casa ed alle sue campagne di violenza all’estero, ma l’orgoglioso popolo iraniano non resta in silenzio sui molti abusi del suo governo”.

Pompeo ha dichiarato che gli Stati Uniti non “hanno paura di sanzionare al più alto livello il regime di Teheran, che rappresenta un incubo per il popolo iraniano”. Il segretario di Stato ha chiesto agli altri Paesi di cooperare per ridurre “il più possibile vicino allo zero le importazioni di petrolio iraniano da qui al novembre prossimo”. Quando entreranno in vigore le sanzioni americane, decise dopo il ritiro dall’accordo sul nucleare annunciato a maggio. “Chiediamo a tutti i Paesi che sono stanchi del comportamento distruttivo della Repubblica islamica − ha ribadito Pompeo − di unirsi alla nostra campagna di pressione. E questo riguarda in particolare i nostri alleati in Medio Oriente ed in Europea, dove ci sono persone che sono state terrorizzate per decenni dall’attività violenta del regime”.


di Mino Tebaldi