Trionfa il partito anti-migranti sloveno

giovedì 7 giugno 2018


Janez Jansa ha vinto le elezioni parlamentari in Slovenia. Il partito di centrodestra anti-migranti qui si chiama Partito democratico. Ha ottenuto circa il 25 per cento dei consensi. Ma si tratta di voti insufficienti a formare una maggioranza di governo. A questo punto, si apre uno scenario politico simile alla situazione italiana. Gli altri partiti hanno comunicato che non intendono formare una coalizione con i populisti. I “no” sono arrivati da Marjan Sarec, leader di una lista centrista arrivata seconda con il 13 per cento, e dai socialdemocratici di Dejan Zidan, che hanno ottenuto il 10 per cento. Ora il rischio è che le consultazioni per formare un governo siano lunghe. La vittoria della formazione politica di Jansa è l’ennesima affermazione dei movimenti populisti europei. In buona sostanza, l’intera regione della Carinzia, tra le frontiere di Austria, Slovenia e Italia, è ora governata da esecutivi sovranisti. La Slovenia, che ha una popolazione di appena due milioni di abitanti e nel 2017, ha processato solo centocinquantadue richieste di asilo. Lo slogan di Jansa è stato, ovviamente, “Prima la Slovenia”. Una riproposizione dello slogan trumpiano, usato anche dalla destra italiana. Dalla Polonia alla Repubblica ceca, passando per la Slovacchia, fino all’Ungheria, governata da un amico di Jansa, Viktor Orban, il nazionalismo ha ottenuto numerosi successi. Jansa, durante la campagna elettorale ha puntato sulla disputa territoriale con la Croazia, che dura ormai da ventisette anni.

Ma Jansa ha puntato, soprattutto sulla carta anti-migranti. Nelle scorse settimane, infatti, il partito populista ha ricordato più volte l’ondata di migranti che ha interessato il paese nel 2015. “Siamo per la solidarietà − ha attaccato Jansa − ma siamo contro la stupidità”. Il leader populista ha manifestato la propria contrarietà alla ripartizione obbligatoria dei migranti tra gli stati membri dell’Europa. Per ora i timori di un allargamento del Gruppo di Visegraad, formato da Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, fino a Ljubljana restano latenti. Ma il rischio che si chiuda un triangolo populista tra Italia-Austria-Slovenia è un ulteriore allarme per l’Unione europea. Frattanto, anche la Danimarca vuole introdurre nuove restrizioni alla sua politica anti-migranti. Il premier conservatore Lars Lokke Rasmussen ha dichiarato che vuole trasportare i migranti fuori dall’Unione europea. Prevede, addirittura, la costruzione di campi per migranti e profughi respinti in località definite dal premier “particolarmente sgradevoli”. Il progetto sarebbe già in fase avanzata. “Farà una grande differenza – ha detto il leader danese – se un campo per ospitare migranti verrà costruito appunto non in uno dei Paesi membri dell’Unione europea ritenuti i più attraenti dagli aspiranti migranti, bensì altrove”.


di Manlio Fusani