L’Argentina vota per depenalizzare l’aborto

martedì 5 giugno 2018


Le donne argentine manifestano per la legalizzazione dell’aborto. Sono migliaia in strada a Buenos Aires. Indossano dei fazzoletti verdi. Sembra un secolo, ma sono passati appena tre anni dalla prima manifestazione contro i femminicidi in Argentina. Infatti, il 3 giugno 2015, il movimento delle donne è sceso in piazza per denunciare il femminicidio di una ragazza 14enne, Chiara Paez, picchiata a morte dal suo fidanzato  16enne, che l’ha poi seppellita nel cortile della casa dei nonni nella provincia di Santa Fe. La protesta delle donne oggi sostiene la richiesta di una legge sull’aborto, che in Argentina non è legale. Così, ieri pomeriggio la “marea verde” ha invaso Plaza de Majo, inneggiando a slogan come “Aborto legale in ospedale”. Il 13 giugno è fissata la seduta in cui il Parlamento argentino discuterà la proposta di legge sulla depenalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza, attualmente illegale, tranne in caso di stupro o in caso di pericolo di vita della donna. Il voto giunge dopo mesi di discussioni in aula.

Ma, al di là del favore popolare alla legalizzazione dell’aborto, l’esito del voto non è per niente scontato. Sono 112 i deputati che hanno annunciato il voto favorevole, mentre 115 si dichiarano contrari. Dunque, saranno i 29 indecisi a determinare la vittoria o la sconfitta per il fronte abortista. Le prese di posizione sono ormai plateali. A cominciare da quella del presidente argentino Mauricio Macri. Il quale si è detto contrario, pur dichiarando che non porrà il veto se la legge verrà approvata. Gli ultimi sondaggi testimoniano che oltre la metà della popolazione sostiene la depenalizzazione dell’aborto. Si tratta di una percentuale che cresce, soprattutto, tra i giovani. Tra gli antiabortisti figura, naturalmente, la Chiesa. Secondo le stime del Ministero della Sanità argentino, circa mezzo milione di donne abortisce ogni anno nel Paese, nonostante il divieto. Le registrazioni ospedaliere mostrano che nel 2016 almeno 50mila donne sono state ricoverate in ospedale per complicazioni derivanti da aborti, e quarantatré di queste sono morte.


di Lia Faldini