Amnesty: “A Raqqa la coalizione violò le leggi”

martedì 5 giugno 2018


Una grave violazione delle leggi internazionali avvenuta nella battaglia di Raqqa dell’estate scorsa. È l’accusa mossa da Amnesty International alla coalizione guidata dagli Stati Uniti. L’organizzazione che lotta contro le ingiustizie e in difesa dei diritti umani nel mondo, in un rapporto appena pubblicato, denuncia la “distruzione quasi totale di una città che contava 300mila abitanti prima che Washington lanciasse la sua “guerra totale” contro lo Stato Islamico e che oggi è un cumulo di macerie, senza più infrastrutture funzionanti e abbandonata da gran parte dei suoi abitanti”. La riconquista della città siriana datata 6 giugno-15 settembre 2017, ha registrato un elevatissimo numero di vittime civili, provocate, soprattutto, dai raid aerei e dall’artiglieria pesante americana. Per Amnesty, a Raqqa la coalizione ha fatto un uso esagerato della forza, violando il diritto internazionale. “È  stato compiuto −  si legge nel rapporto − un uso massiccio da parte dei marines americani di batterie di missili contro zone urbane altamente popolate. Con il risultato che il grado di distruzione della città siriana che fu una roccaforte dei jihadisti del Califfato è maggiore a quello di qualsiasi altra città riconquistata, comprese Aleppo e Mosul”.

Per l’Ong, a Raqqa i bombardamenti alleati avrebbero provocato centinaia di vittime. Si ipotizzano, addirittura duemila morti. Anche se, in questa fase, pare impossibile stabilire un bilancio definitivo. Tra le macerie pare si annidino ancora numerosi ordigni inesplosi. Il rapporto contiene anche testimonianze dei sopravvissuti. L’elemento che accomuna i loro racconti riguarda “l’eccezionale brutalità dei raid alleati, anche nell’ultima fase della battaglia. Il periodo in cui la coalizione ha provato a scardinare gli ultimi baluardi nelle mani dei fondamentalisti, mettendo a rischio la vita di civili inermi”. Il risultato della battaglia ha prodotto l’irrimediabile distruzione di Raqqa. Sono numerose le vittime civili rimaste sotto le macerie. Secondo Amnesty International è improbabile che le forze della coalizione decidano di contarle. Allo stesso tempo, nessuno risarcirà i familiari dei civili rimasti uccisi. Men che meno si pensa a ricostruire la città fantasma. Da Raqqa, infatti, sono fuggiti due terzi dei suoi abitanti.

 


di Guglielmo Eckert