La collocazione geopolitica dell’Italia

martedì 5 giugno 2018


La politica di Donald Trump a livello geopolitico offre all’Italia  spazi e possibilità fino a poco fa inimmaginabili. Il nostro Paese può, oggi, con il sostegno degli Stati Uniti, smarcarsi dall’Europa “germanizzata” e porsi in asse con le scelte del presidente americano rispetto al “Iran nuclear deal”. Per contrastare lo strapotere tedesco nell’Unione europea, e far sì che la Germania sia obbligata a rimettere in circolo il surplus economico lucrato per sé a svantaggio di tutti gli altri Stati membri, l’Italia deve oggi fare sponda con l’America di Trump. La sponda è certa e stabile, dato che, nei giorni scorsi, gli Stati Uniti hanno acquistato titoli di Stato italiani. Segno politico evidente della strategia statunitense in favore dell’Italia. Trump ha aperto le ostilità e “puntato” i dazi in chiave avversa alla Germania e alla Commissione europea, ben sapendo, peraltro, di muoversi in una “guerra commerciale” nel corso della quale a “sparare” potrà essere solo lui.

Sulla violazione delle regole sul surplus commerciale la Germania deve essere  pressata e messa alle strette. Deve essere ricondotta, volente o nolente, sulla via originaria dell’Europa dei trattati fondativi. Dunque, si deve oggi vigilare attentamente. Perché la precedente condivisione dell’attuale titolare del Ministero degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, ex ministro dei governi Monti e Letta, mai eletto prima durante e dopo, non deve inficiare l’attuale corretto riposizionamento dell’Italia in Europa. La linea da seguire è quella offerta dal presidente degli Stati Uniti. Vale a dire, l’annullamento e la cancellazione totale di quanto sin qui disastrosamente valutato e mosso dai non eletti e da Federica Mogherini, Alto rappresentante per la politica estera in Europa. Quest’ultima, scelta da Matteo Renzi, può essere ritirata dal nuovo governo e sostituita, fornendo in tal modo il chiaro e manifesto segnale di inversione italiana in Europa.

La linea Trump persegue l’annullamento e fa tabula rasa dell’accordo precedente obamiano sul nucleare iraniano. Trump sta comprando titoli italiani anche per supportare il venire meno dei nostri scambi commerciali in atto con Teheran. Deve valere e vale il principio cioè del “contra principia negantem non est disputandum”, che significa che non si commercia con chi non può vantare il  rispetto minimo di diritti umani fondamentali. Non si contratta con chi nega i principi fondamentali di umanità, civiltà e di società civile. Sostenendo Trump in Israele poi, non solo l’Italia sancisce il proprio rapporto privilegiato oltre Oceano, ma rafforza i propri legami utili con gli Stati membri maggiormente contrari alle invasioni migratorie nell’Unione europea, in linea con la nuova politica italiana di disciplina, regolamentazione e controllo dei flussi migratori oggi appannaggio di Salvini al Ministero dell’Interno. Riguardo alla Russia di Putin, anche qui, bisogna seguire la politica adottata da Trump, aperta al dialogo e progressivamente più distesa commercialmente e diplomaticamente. Tempo al tempo. Una linea soft di distensione progressiva nei fatti per parte italiana e di grande apertura e mantenimento del dialogo in vista del superamento delle deleterie sanzioni. La Germania non aprirà bocca dato che si tiene stretto il recente avvio del cantiere North Stream 2, il gasdotto cioè che arriva a Lubmin in Germania.

Sulla Libia è necessario mettere uno stop alle mire di francesi. Macron da ben sette anni ha fatto dell’area un proprio dominio erigendosi ad arbitro della controversia tra Tripoli e Tobruk. La questione libica, così come l’intromissione ed accaparramento  francese di Sarkozy prima e di Macron dopo, va messa e contrattata sul tavolo della riforma dell’Eurozona. Sarà importante che a quel tavolo sieda per l’Italia il ministro degli Affari Europei Paolo Savona e il ministro dell’Economia Giovanni Tria. Per contrattare e portare a casa il più possibile, in termini di bilanciamento in Europa, delle posizioni dei diversi Stati membri, considerato ciò che è stato dal 2011 ad oggi.

 


di Francesca Romana Fantetti