Kabul, attentato suicida fa strage tra gli ulema

lunedì 4 giugno 2018


Quattordici morti e diciassette feriti. È il bilancio provvisorio della strage degli ulema a Kabul. Un attacco avvenuto durante una manifestazione religiosa nella capitale afghana. È quanto ha reso noto la polizia spiegando che la mattanza è avvenuta nel distretto Pd5, dove si stava tenendo una riunione del Consiglio degli ulema che stava lanciando una fatwa contro il terrorismo. Un raduno di circa duemila religiosi, tenuto in un tendone in un’università della capitale, da cui è emerso un documento di condanna del terrorismo. La fatwa fa appello ai Taliban affinché accettino di sedersi a un tavolo negoziale e “fare la pace”.

L’attacco non è ancora stato rivendicato. All’ordine del giorno della riunione, promossa dal governo, a cui hanno partecipato centinaia di ulema giunti da tutto il Paese, c’era proprio la condanna della violenza e la necessità di promuovere il dialogo e i negoziati per porre fine alla guerra. Un portavoce della polizia, Hashmat Stanikzai, ha detto che “l’attacco suicida è avvenuto davanti alla tenda mentre i religiosi stavano andando via”. Un portavoce del ministero degli interni, Najib Danish, ha dichiarato che, “purtroppo, l’attentatore si è fatto passare per un partecipante alla riunione ed è riuscito a mettere a segno l’attacco”. Frattanto, i talebani, attraverso il loro portavoce Zabihullah Mujahid, hanno smentito qualsiasi loro coinvolgimento nell’attentato. Poco dopo l’attacco suicida, a Kabul si è registrata una seconda esplosione, causata questa volta da una bomba magnetica collocata sotto un veicolo della polizia, che ha ferito almeno tre persone. Secondo l’agenzia di stampa Khaama Press, lo scoppio è avvenuto vicino ad un commissariato del quinto distretto nell’area di Kote Sangi, poco dopo mezzogiorno.


di Ugo Elfer