Conferenza di Parigi, Libia al voto il 10 dicembre

mercoledì 30 maggio 2018


L’accordo è storico. Seppure, soltanto verbale. Ora c’è una data: il 10 dicembre. È quello il giorno in cui la Libia dovrebbe tornare alle urne per le elezioni politiche e presidenziali. L’intesa informale è stata raggiunta a Parigi. Ma il rischio, secondo numerosi commentatori internazionali, è che si tratti ancora di buoni propositi. Si teme che, in fin  dei conti, il summit sia stato l’ennesimo nulla di fatto. La Libia post Gheddafi fatica a trovare stabilità. Una stabilità che rappresenta l’obiettivo della prossima tornata elettorale. queste ragioni, sono state garantite le verifiche di osservatori internazionali. All’Eliseo, sono stati presenti quattro leader libici: il premier Fayez al-Sarraj, il maresciallo Khalifa Haftar, il presidente della Camera dei rappresentanti Aguila Salah, e quello del Consiglio di stato, Khaled al-Meshri. Insieme a loro, hanno partecipato all’incontro i rappresentanti di venti Paesi e sei organizzazioni internazionali. Secondo le parti in causa, “si svolgeranno regolari elezioni”. Senza alcun dubbio, si tratterebbe di una svolta. Al di là dell’esito effettivo delle elezioni. Nella Conferenza di Parigi si è discusso anche di “sanzioni” per coloro i quali ostacoleranno la campagna elettorale e il voto. 

Secondo l’accordo, “nessun ostacolo al processo elettorale in Libia sarà tollerato. Gli eventuali responsabili dovranno renderne conto”. Per il padrone di casa, Emmanuel Macron, “è stato un incontro storico. È la prima volta che in questo formato l’insieme dei dirigenti, di cui alcuni non si riconoscono neanche, hanno deciso di riunirsi insieme e concordare una dichiarazione congiunta. Non c’è stata una firma formale del documento per due motivi fondamentali. Primo: alcuni partecipanti hanno chiesto di poter prima condividere la dichiarazione congiunta con i loro referenti sul suolo libico. Il secondo motivo è che qui oggi hanno partecipato esponenti di istituzioni che non si riconoscono reciprocamente”. Il presidente francese, infine, ha voluto sottolineare il lavoro del nostro Paese, rappresentato al vertice dall’ambasciatrice a Parigi Teresa Castaldo. “Voglio salutare – ha detto Macron – l’impegno esemplare dell’Italia. Un Paese che sopporta l’importante crisi migratoria”. Ma, al di là delle apparenti buone intenzioni, il percorso che porta alle elezioni libiche previste a dicembre resta, in ogni caso, complesso.


di Manlio Fusani