Inizia la fase di chiusura del sito nucleare nordcoreano

mercoledì 23 maggio 2018


Il palco per la stampa internazionale è già allestito. Ma è stato montato a una distanza opportuna. Ecco il grande parco per gli esperimenti atomici della Corea del Nord, tra i monti di Punggye-ri. Il sito nucleare potrebbe brillare entro domani. Intanto, i giornalisti della Corea del Sud, dapprima esclusi, sono stati accreditati. Secondo la strategia comunicativa di Kim Kim Jong-un, la stampa sudcoreana funge da “testimone” della buona volontà del dittatore. Ieri, al primo punto dell’ordine del giorno della crisi internazionale tra Stati Uniti e Corea del Nord, figurava il possibile annullamento del vertice di Singapore, fissato per il 12 giugno. In ogni caso, Kim Jong-un sembra intenzionato ad andare avanti con la demolizione.

Ma la domanda che si pone Donald Trump è più che legittima: c’è da fidarsi? Anche perché, la delegazione internazionale che assisterà all’esplosione è composta esclusivamente da giornalisti e non da tecnici, esperti e analisti. Per cui, come potrà essere valutata effettivamente la demolizione? Occorre cautela. Perché esiste il rischio concreto che si tratti di una messa in scena. Una delle tesi più accreditate sostiene che la Corea del Nord non avrebbe più la necessità di testare le armi atomiche, poiché quella fase si sarebbe già conclusa. Il Paese asiatico sarebbe già una potenza nucleare. Per cui, i fuochi d’artificio nordcoreani potrebbero, per l’appunto, essere niente più di un gesto simbolico. In buona sostanza, si tratterebbe dell’ennesima truffa ordita da Kim Jong-un ai danni della comunità internazionale.


di Manlio Fusani