Iran: l’Italia non segua l’asse franco-tedesco

mercoledì 16 maggio 2018


Ha fatto bene Donald Trump a stracciare l’accordo sul nucleare iraniano. E l’Italia deve abbandonare la posizione di condanna espressa da Francia e Germania e sostenere, con convinzione, il presidente americano. Il problema, com’è noto, è che in questa delicata fase internazionale non abbiamo un governo che goda di pieni poteri. Per queste ragioni, devono fare presto le forze politiche che tentano di comporre il nuovo Esecutivo. Le decisioni di Trump sono orientate a evitare la proliferazione nucleare dell’Iran. Un Paese che è divenuto aggressivo in maniera crescente. Lo dimostrano una serie di elementi di valutazione. Innanzitutto, l’attacco sferrato al regime filosaudita in Yemen, tramite i suoi affiliati Huti. Dopodiché, il rafforzamento del controllo che l’Iran vuole esercitare sull’Iraq. Senza dimenticare l’insediamento delle truppe iraniane ai confini con Israele, in collaborazione con gli Hezbollah.
L’obiettivo dell’Iran è quello di creare un’area sciita filo-iraniana che includa Iraq, Siria e Libano, in modo da divenire una potenza dell’area e condizionare le altre nazioni. È una guerra di religione in cui gli sciiti vogliono ridurre l’influenza dei sauditi sunniti sul mondo islamico. Per queste ragioni, l’Iran ha bisogno del nucleare. Così come l’Arabia Saudita, che continua a chiedere il “permesso” agli Stati Uniti. Frattanto, Israele lancia missili e attacca le truppe iraniane in Siria. Donald Trump ha mostrato platealmente la volontà di proteggere i sauditi e Israele, per evitare la proliferazione nucleare e tenere sotto controllo i conflitti nell’intera regione. In tale contesto Germania, Francia e Gran Bretagna si sono messe al fianco dell’Iran, sbagliando strategia sia a livello geopolitico mondiale sia in rapporto agli Stati Uniti. Va rimarcato un fatto evidente: Emmanuel Macron sta perseguendo il progetto errato di porre la Francia, in asse con la Germania, a capo dell’Europa, con l’obiettivo di “creare” una terza superpotenza mondiale nel confronto globale con gli Stati Uniti e la Cina. Ma per raggiungere questo obiettivo Macron sta incoraggiando la creazione di un’area euroasiatica in cui convergano Unione europea, Russia e Paesi dell’Asia centrale, tra cui l’Iran. La Germania persegue lo stesso obiettivo francese. La cancelliera Angela Merkel sembra infatti aver rinunciato a esercitare la leadership continentale, accettando l’idea che l’Europa sia, ormai, guidata da una diarchia di fatto: Germania e Francia. D’altro canto, la cancelliera sta valutando l’ipotesi che l’export tedesco, con l’introduzione dei dazi americani, possa essere bilanciato dalla penetrazione nel mercato cinese. Dunque, Francia e Germania si schierano con l’Iran per bloccare l’effetto dei dazi che Trump vuole imporre. Con queste manovre risulta difficile quel riequilibrio commerciale europeo volto a rimettere all’interno dell’Unione il significativo surplus lucrato dalla Germania e dalla Francia a svantaggio degli altri Stati membri.
L’Italia, se la sua posizione non muta, è destinata a rimanere soffocata dai dazi. E il suo ruolo all’interno dell’Unione europea rischia di essere marginale. Il nostro Paese deve cercare di far parte di un blocco euro-americano che costituisca il nucleo di un mercato globale delle democrazie. L’Italia deve oggi farsi portatrice di una convergenza euro-americana  in chiave pro-atlantica, facendo perno su una solida e leale alleanza con gli Stati Uniti e con la Gran Bretagna la quale, una volta risolta la  questione Brexit, abbandonerà definitivamente Francia e Germania per abbracciare l’America di Trump.

di Francesca Fantetti