Colombia, il candidato delle Farc si ritira dalle presidenziali

venerdì 9 marzo 2018


Rodrigo Londoño, alias Timochenko si ritira. Non parteciperà alle presidenziali colombiane in programma il prossimo 27 maggio. Così, l’ex guerriglia colombiana, ora partito Fuerza alternativa revolucionaria del común non sarà presente nella contesa elettorale.

In effetti, lo scorso 7 marzo Timochenko ha subito un intervento a cuore aperto e il giorno successivo la dirigenza delle Farc ha reso noto in un comunicato che le “circostanze ampiamente conosciute dall’opinione pubblica circa il processo di recupero del nostro candidato, dopo l’operazione chirurgica subita ieri, ci spingono a declinare la nostra candidatura alle presidenziali”.

Il partito nato da quella che dal 1964 al 2016 è stata la prima forza guerrigliera della Colombia ha deciso inoltre di non indicare alcun sostituto né di fare concorrere la candidata alla vicepresidenza Imelda Daza.

Iván Márquez, numero due della formazione, ha sottolineato come “le difficoltà incontrate nel passaggio della guerriglia alla politica abbiano avuto un peso importante nella decisione di non correre alla presidenza”.

Il partito si è visto obbligato a sospendere la campagna elettorale in numerosi dipartimenti, a causa della cattiva accoglienza riservata loro da parte della popolazione, contraria ad ogni avvicinamento alla ex-guerriglia. 

Pare che in diverse città della Colombia Londoño sia stato accolto da lanci di uova e frutta marcia, tanto da dover sospendere i comizi pubblici a partire dal 9 febbraio scorso.

Peraltro, bisogna ricordare che il 2 ottobre 2016 i colombiani si sono opposti, attraverso un referendum, agli accordi di pace tra il governo e le Farc siglati a Cuba dal presidente Santos e dallo stesso Timochenko nell’agosto di due anni fa. Santos per raggiungere la pace è stato costretto dunque a siglare un nuovo patto con le Farc, che non prevedeva il sostegno popolare, il 24 novembre 2016.

Frattanto, i sondaggi assegnano alla Fuerza alternativa revolucionaria del común una percentuale di poco superiore all’1 per cento. Ma il partito parteciperà al voto legislativo dell’11 marzo, in seguito al quale otterrà 5 deputati e 5 senatori a prescindere dal risultato elettorale, come parte dell’accordo di pace siglato nel novembre 2016 a L’Avana.


di Redazione