Brexit, tensioni interne al governo di Theresa May

giovedì 22 febbraio 2018


Theresa May rischia di spaccare il suo governo. La polemica interna sulla linea da tenere con l’Europa sulla Brexit sta diventando materia incandescente. La premier britannica ha convocato una riunione ristretta dell’esecutivo nella residenza di campagna di Chequers, per cercare di trovare un compromesso. La questione più spinosa riguarda il “periodo di transizione” che seguirà all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea.

La situazione è complessa. Perché i ministri fautori della Brexit sono contrari alla gestione del caso da parte della May. La quale pare abbia proposto a Bruxelles di adottare un periodo di transizione “aperto”, della durata indefinita, in attesa di costruire quella partnership “profonda e speciale” più volte auspicata. In buona sostanza, in questa fase, Londra rimarrebbe vincolata alla Ue e a regolamenti come quello sulla libertà di movimento delle persone, senza però influire sulle politiche europee.

Si tratta di una prospettiva assolutamente inaccettabile per gli esponenti illustri del governo e del Partito conservatore. Uno su tutti: il ministro degli Esteri Boris Johnson. Frattanto, il quotidiano Telegraph, vicino ai Tories, scrive che il gabinetto della May non è affatto d’accordo con l’approccio scelto dalla premier.

Ma, al di là del fronte interno, la premier britannica deve fronteggiare anche le difficoltà che si registrano a Bruxelles, dove il team di negoziatori per la Brexit ha già fatto sapere che l’Unione europea non vuole accettare una fase di transizione che permetta  a Londra di scegliere le regole europee da adottare.

In ogni caso, la May dovrà imporre la propria linea ai ministri più riluttanti, per potersi presentare a Bruxelles con una proposta univoca e praticabile.


di Ugo Elfer