Sudafrica, “una nazione unita che appartenga a tutti, bianchi e neri”

martedì 20 febbraio 2018


“Il mio compito è costruire una nazione unita che appartenga a tutti i sudafricani, bianchi e neri”. Parola di Cyril Ramaphosa, nuovo presidente del Sudafrica. Il leader è convinto che “non si debba ignorare l’eredità dell’apartheid e del nostro passato coloniale. Al contrario, la creazione di una società non razziale richiede l’emancipazione politica ed economica dei neri”.

Ramaphosa non consentirà “interventi scriteriati, una volta che saranno avviati gli espropri senza indennizzo dei terreni agricoli di proprietà dei bianchi. Gli espropri saranno effettuati in modo da migliorare la sicurezza alimentare e la produzione agricola del Paese”.

Il presidente sudafricano sostiene che, se si vuole “lavorare insieme in modo efficace, dovremo essere pronti a impegnarci reciprocamente sulle questioni di importanza nazionale sulle quali potremmo non essere d’accordo. Sugli aspetti fondamentali come il risarcimento delle ingiustizie del passato non dobbiamo semplicemente accettare di non essere d’accordo. Dobbiamo discutere e persuaderci a vicenda”.

Ramaphosa non nasconde le discriminazioni ancora esistenti fra bianchi e neri all’interno della società sudafricana.

“Le statistiche − sostiene − indicano che i giovani bianchi fanno ancora meglio negli indicatori di sviluppo come l’istruzione, l’occupazione, le opportunità imprenditoriali e il benessere. La disoccupazione tra i cittadini neri si attesta intorno al 30 per cento e scende a poco meno del 7 per cento tra i bianchi e le prospettive occupazionali favoriscono ancora i giovani bianchi rispetto alle loro controparti nere. I bianchi sudafricani, in particolare gli uomini, dominano ancora i livelli più alti dell’economia”.

Ma Ramaphosa ricorda anche le conquiste del Paese. “Sono stati compiuti − sottolinea − dei notevoli progressi dal 1994, nell’affrontare queste disparità razziali, ma c’è ancora una lunga strada da percorrere”.

Secondo Ramaphosa, è di fondamentale importanza “affrontare le disparità di genere in seno alla società sudafricana e accelerare lo sviluppo economico nero, l’equità nell’occupazione e la trasformazione del sistema educativo”.

Ramaphosa ha evidenziato “la necessità di costruire un paese in cui i progressi non siano misurati dalla crescita del prodotto interno lordo o dalle classifiche di competitività globale, ma da come le vite dei più vulnerabili e degli emarginati evolvono verso il meglio. Per far questo, è necessario un nuovo patto sociale fondato sui principi della giustizia sociale, della solidarietà e dell’uguaglianza, per realizzare un’agenda nazionale comune, in grado di sconfiggere la povertà”.


di Ugo Elfer