Sudafrica, si apre l’era Ramaphosa

giovedì 15 febbraio 2018


Cyril Ramaphosa sostituisce Jacob Zuma. La presa del potere dell’ex sindacalista e uomo d’affari è avvenuta grazie alle dimissioni dell’ex presidente. Zuma, “scaricato” dal suo partito, l’African national congress, è stato costretto a lasciare.

Lo statuto dell’Anc prevede, infatti, la possibilità di rimuovere dall’incarico un rappresentante pubblico. Zuma era al potere dal 2009. Il successore designato è stato il suo vice, Ramaphosa, già presidente del partito.

Unico candidato, è stato eletto capo di Stato dal Parlamento, senza sorprese e per acclamazione. La prima dichiarazione di Ramaphosa ha avuto un obiettivo: la lotta alla corruzione. “È un problema − ha detto − che dovremo affrontare. Lavorerò duramente per tentare di non deludere il popolo sudafricano”.

Ramaphosa ha detto che il Sudafrica vivrà una “nuova era”. Il nuovo presidente sudafricano ha dichiarato che a breve avanzerà le sue proposte per un cambiamento radicale.

Le dimissioni di Zuma, per la fondazione Nelson Mandela, rappresentano la “fine di un periodo dove la massima carica del Paese è stata rimossa a causa di un saccheggio generalizzato delle casse dello Stato”.

Frattanto, la polizia ha annunciato un mandato d’arresto nei confronti di uno dei fratelli della famiglia di imprenditori Gupta, vicina a Zuma e fino ad oggi intoccabile. Ajay Gupta è ricercato perché sospettato di aver messo in piedi, con la complicità dell’ex presidente, un sistema di saccheggio delle risorse pubbliche.


di Ugo Elfer