La rinuncia di Schulz al ministero degli Esteri tedesco

venerdì 9 febbraio 2018


Il passo indietro di Martin Schulz. Il leader socialdemocratico rinuncia al ministero degli Esteri per salvare la Grosse Koalition. Ma le pressioni subite rendono pesante il clima che si respira all’interno dell’Spd.

“Le mie ambizioni personali − ha detto Schulz − devono essere messe dietro agli interessi del partito”.

Il possibile governo di “larghe intese” dovrebbe nascere a seguito del disastro elettorale che ha colpito sia la Cdu di Merkel che l’Spd di Schulz. I due partiti, infatti, hanno registrato i peggiori risultati dal Dopoguerra.

Ora, la sconfitta interna di Schulz si riverbera su Angela Merkel e sul suo possibile quarto mandato da cancelliera. Dopo l’accordo sul governo di coalizione, Schulz aveva annunciato che avrebbe lasciato la guida del partito ad Andrea Nahles, attuale capogruppo dell’Spd in Parlamento.

Ma il possibile passaggio di consegne non è stato accolto favorevolmente dalla base socialdemocratica. Il leader Spd, peraltro, aveva sempre negato la possibilità di un impegno diretto in un esecutivo guidato dalla Merkel. Adesso i militanti tacciano Schulz di incoerenza. L’accusa di tradimento è chiarissima e rischia di ritardare il battesimo della Grosse Koalition.

Si teme per il risultato del referendum interno alla Spd. La consultazione, prevista dal 20 febbraio al 2 marzo, che dovrà dare il via libera al nuovo governo, si terrà in un’atmosfera carica di presagi negativi.


di Ugo Elfer