Germania, tensioni nella Grosse Koalition

La Grosse Koalition è carica di tensioni. Il varo del nuovo governo di “larghe intese” si annuncia più complicato del previsto. Eppure, la soluzione sembrava a portata di mano.

Il ministro tedesco degli Esteri uscente Sigmar Gabriel ha attaccato pubblicamente Martin Schulz, compagno di partito nell’Spd, suo probabile successore. Per Gabriel, “ciò che resta è soltanto il dispiacere di vedere a che punto da noi nell’Spd si agisce con poco rispetto gli uni verso gli altri e di vedere che la parola data conti così poco”. Gabriel si riferisce all’annuncio dato dallo stesso leader socialdemocratico Schulz rispetto alla possibilità di diventare ministro degli Esteri nel futuro governo di coalizione guidato dalla conservatrice Merkel, al quarto mandato. Gabriel è sconcertato. Perché era stato Schulz ad escludere l’ipotesi di entrare in un governo guidato dalla Merkel.

Ma si registrano mal di pancia anche tra i militanti della Cdu. Le concessioni fatte all’Spd per sostenere il quarto mandato della cancelleria sarebbero state troppe. Secondo il deputato cristiano-democratico Christian von Stetten, “la composizione del governo è un errore politico”. Il presidente del consiglio economico della Cdu, Wolfgang Steiger, parla, addirittura, di “un risultato di negoziati deplorevoli”.

Frattanto, i partiti hanno annunciano mercoledì un accordo di coalizione, concluso per dare un governo alla Germania. La prima economia europea, dopo più di quattro mesi dopo le elezioni legislative segnate dal crollo dei partiti tradizionali e dall’ascesa dell’estrema destra, è ancora senza un esecutivo.

L’ultima parola, spetta alla base dell’Spd. I militanti socialdemocratici si esprimeranno attraverso un referendum interno. La Grosse Koalition avrà il via libera?

Aggiornato il 27 marzo 2018 alle ore 10:30