Abu Mazen manda aiuti e medicinali a Maduro, ma a Gaza è rivolta

martedì 29 agosto 2017


Tra dittatori si aiutano: Abu Mazen adesso manda viveri e medicinali a Nicolás Maduro. Ma a Gaza sta per esplodere la rivolta: luce tagliata, niente soldi ai capi di Hamas, medicine razionate e lui che fa? Manda gli aiuti europei al Venezuela?

Di fatto tre camion pieni zeppi di medicinali e viveri che faranno una sorta di “contro esodo” umanitario: da Ramallah a Caracas, in Venezuela, per cementare la solidarietà politica tra l’Anp e il regime di Nicolás Maduro.

L’ideona è di Abu Mazen, che solo poche settimane orsono per mancanza di nuovi fondi europei e americani è stato costretto a tagliare i medicinali e l’elettricità nei Territori e a Gaza. La trovata umanitario-diplomatica è stata riferita dall’agenzia specializzata in tematiche mediorientali e diritti umani “The rights reporter”. Che a sua volta cita le parole del ministro degli Affari esteri, Ryad al Maliki (del dodicesimo e del tredicesimo esecutivo della ex Anp), all’agenzia di stampa ufficiale dei territori Maan. Al Maliki avrebbe confermato che in totale sono stati inviati tre camion di medicinali al Venezuela. Immaginabile lo sconcerto sia nella West Bank sia soprattutto a Gaza, che dipende moltissimo dai sempre più scarsi aiuti che vengono da Ramallah.

Le proteste per ora si sono concentrate sui social network. Ma data la situazione di precarietà in cui versano scuole, ospedali e infrastrutture in genere c’è da aspettarsi una vera e propria rivolta.

Ad esempio, sempre secondo “The rights reporter”, Ahmad Jarrar, giornalista freelance di Gaza, avrebbe scritto su Facebook che “il Venezuela è nella nostra testa e aiutarli è un dovere, ma tagliare l’aiuto a Gaza e inviarlo al Venezuela non è logico, anzi, è completamente pazzo”.

Un altro palestinese, stavolta anonimo, che dice di scrivere da Ramallah, afferma: “Oh caro Abbas, tanti pazienti palestinesi ti avrebbero baciato le mani se li avessi riforniti di medicinali invece di mandarli in Venezuela”.

In generale gli altri commenti, quasi tutti coperti da nickname di fantasia visto che la libertà di stampa e di satira non è un valore contemplato dalla carta costituzionale palestinese, fanno riferimento al fatto che questa specie di “diplomazia parallela” di Abu Mazen rischia di creare più danni che vantaggi. E l’accusa per il vecchio leader che ebbe notoriamente anche un ruolo finanziario nella preparazione dell’attentato alle Olimpiadi di Monaco del 1972 è quella di “coprirsi di ridicolo”.

Se possibile ancora più sprezzante il commento di Yoav Mordechai, capo del Cogat (Coordination of government activities in the territories). Cogat infatti sostiene che “Abbas si fa bello con gli aiuti medici destinati ai palestinesi, ma cosa dirà loro Abbas quando protesteranno perché non hanno le medicine?”. Ironizza Mordechai che “c’è un’ora di macchina per raggiungere Ramallah o Gaza, mentre per arrivare in Venezuela ci sono 10mila chilometri”.


di Rocco Schiavone