Libano, tregua per riavere i corpi dei soldati rapiti

lunedì 28 agosto 2017


Sono stati trovati in un'area al confine con la Siria i corpi di otto dei nove soldati libanesi catturati dai jihadisti dell'Isis nel 2014 insieme ad altri 21 commilitoni. Da tre anni non se ne sapeva più nulla ma ormai le speranze che fossero ancora vivi erano quasi nulle. Sei cadaveri sono già stati recuperati, altri due vengono cercati nella stessa zona mentre sull'ultimo rapito non sembrano esserci indicazioni chiare. L'annuncio è stato fatto ieri pomeriggio dalle forze di sicurezza di Beirut dopo che stamattina alle 7 era scattato il cessate-il-fuoco a tempo indeterminato. Ciò in base ad un accordo che permetteva ai miliziani dell'Isis, in rotta dopo l'offensiva scatenata una settimana fa dai libanesi e dagli Hezbollah sciiti, di allontanarsi verso i territori della Siria orientale. In cambio, era stato detto, sarebbero state fornite informazioni sui soldati rapiti.

Nel pomeriggio, dopo che già alcuni resti sepolti vicino al confine con la Siria erano stati individuati, il capo della sicurezza nazionale libanese Abbas Ibrahim ha confermato con estrema chiarezza l'accordo, ha detto che i corpi di otto militari erano già stati trovati, che indossavano ancora le loro divise e che per la definitiva identificazione saranno effettuate analisi del Dna. La vicenda del tragico sequestro risale all'agosto del 2014 quando centinaia di miliziani dell'Isis e del Fronte al-Nusra (all'epoca una diramazione di al-Qaida in Siria) attraversarono il confine e si riversarono sulla città libanese di Arsal, nella valle della Bekaa.

Solo dopo diversi giorni di sanguinosi combattimenti si ritirarono ripiegando in territorio siriano, ma portarono con sé trenta soldati e poliziotti libanesi. Quattro furono uccisi nel giro di poco tempo (decapitati o fucilati), un quinto morì per le ferite riportate negli scontri. Altri 16 invece hanno avuto sorte migliore e sono stati liberati da al-Nusra nel dicembre 2015 nell'ambito di uno scambio di prigionieri in cui Beirut rilasciò un numero imprecisato di combattenti islamici. Oggi, la svolta che ha portato al recupero dei corpi di tutti i soldati, tranne uno, che mancavano all'appello. Secondo l'esercito libanese, sono circa 600 i combattenti dell'Isis nell'area di Arsal ai quali, dopo le pesanti sconfitte subite, viene permesso di ritirarsi. All'accordo hanno aderito - pur senza ammettere alcun coordinamento con le autorità di Beirut - anche gli Hezbollah (sciiti che da sempre sostengono il presidente siriano Bashar al-Assad), favorevoli "a un accordo globale" che allontani la guerra dalla regione di confine tra Libano e Siria.


di Redazione