Venezuela: l’attacco al Parlamento organizzato dal regime

mercoledì 12 luglio 2017


Il quotidiano venezuelano El Nacional ha pubblicato oggi estratti di comunicazioni via radio intercettate durante l’attacco di militanti chavisti contro il Parlamento di Caracas, lo scorso 5 luglio, che dimostrerebbero che l’azione violenta è stata ordinata dal governo per “dare una lezione” ai deputati dell’opposizione. Le registrazioni, diffuse dal giornale sul suo sito web, riguardano comunicazioni fra due dirigenti dei “colectivos” che assediavano la sede parlamentare (identificati come Caribe 1 e Caribe 6) riguardo all’evacuazione del palazzo dei funzionari dell’Assemblea.

“Negativo, qui non esce nessuno. Loro non riconoscono il presidente, beh noi non riconosciamo le merde che ci sono là dentro. Non me ne frega niente che siano impiegati, c’è il rischio che scappino anche i deputati”, dice Caribe 6 nella registrazione. Caribe 1, però, risponde che “l’ordine viene da Diamante 1, che dice che l’obiettivo è stato ottenuto” e che se si cambia il piano “vorrebbe dire entrare in conflitto con Lugo”, allusione a Bladimir Lugo, l’ufficiale della Guardia Nazionale responsabile della sicurezza del Parlamento. Poco dopo Caribe 1 conferma che secondo Lugo “in questa fase abbiamo conseguito il nostro obiettivo: abbiamo dato una buona lezione” ai deputati. Secondo El Nacional, Caribe 1 e Caribe 6 sono dirigenti del gruppo chavista 23 ottobre e Diamante 1 sarebbe lo stesso Nicolas Maduro, che avrebbe dunque ordinato l’attacco al Parlamento, con l’appoggio di Lugo. Ieri, la Procuratrice Generale Luisa Ortega Diaz, ha accusato formalmente Lugo di violazioni gravi e sistematiche dei diritti umani.

Intanto ieri l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (Unhcr), Zeid Ra’ad Al Hussein, ha dichiarato oggi che sebbene gli arresti domiciliari concessi al leader oppositore venezuelano Leopoldo Lopez rappresentino “un passo nella direzione giusta”, ci sono ancora più di un migliaio di persone detenute arbitrariamente nel paese latinoamericano. In un comunicato ufficiale, Al Hussein ha sottolineato anzitutto che, malgrado la misura annunciata lo scorso fine settimana dal Tribunale Supremi di Giustizia (Tsg) di Caracas, Lopez “continua ad essere privato di libertà”, malgrado un gruppo di lavoro dell’Onu abbia determinato che il suo arresto e la sua condanna risultano “arbitrari, e dunque illegali”. Inoltre, ha aggiunto il responsabile dell’Unhcr, centinaia di persone sono state arrestate dall’inizio dell’ondata di protesta in Venezuela nell’aprile scorso. “Chiediamo la liberazione immediata di tutte queste persone arrestate arbitrariamente, includendo quelle sottoposte, in modo abusivo, alla giustizia militare”, ha dichiarato Al Hussein.


di Redazione