giovedì 4 maggio 2017
Presso la sede della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (Sioi) di Palazzo Venezia a Roma, è stata organizzata una conferenza sui temi della politica estera dell’Azerbaigian e dei rapporti con l’Italia. La conferenza è stata organizzata per celebrare i 25 anni dall’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, la cui data esatta cade l’8 maggio. Alla conferenza, inaugurata dal discorso del presidente della Sioi, Franco Frattini, e dal sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la Cooperazione internazionale Benedetto della Vedova, hanno preso parte numerose personalità politiche di spessore internazionale, fra cui come ospite d’onore il ministro degli Esteri dell’Azerbaigian, Elmar Mammadyarov.
Il ministro degli Esteri azero ha ricordato come le radici della profonda relazione che lega Italia e Azerbaigian sono lontane e come i primi documenti scambiati tra il governo italiano e azerbaigiano risalgano già agli anni Novanta del Novecento. Da quando l’Italia ha riconosciuto l’indipendenza dell’Azerbaigian nel mese di gennaio del 1992, tra i due Paesi si è instaurato un solido rapporto di amicizia e cooperazione economica. I momenti salienti delle relazioni bilaterali tra Italia e Azerbaigian sono stati ricordati all’interno della mostra fotografica allestita nel chiostro di Palazzetto Venezia, che ha preceduto la conferenza. La riunione è stata un’importante occasione per discutere questioni comuni e definire le linee guida della cooperazione futura tra i due Paesi. Tutti i partecipanti si sono detti soddisfatti del livello di cooperazione raggiunto tra Azerbaigian e Italia e hanno espresso la volontà in futuro di mettere in campo qualunque sforzo per rafforzarla ulteriormente.
Nel suo personale intervento, il sottosegretario di Stato del ministero degli Esteri Della Vedova ha imputato il successo della relazione strategica tra i due Paesi al dialogo diretto e aperto che oggi come in futuro dovrà essere mantenuto per favorire la crescita delle relazioni diplomatiche ed economico-commericali tra i due Paesi. Numerose riflessioni sono state spese riguardo al settore energetico, cruciale nei rapporti tra Italia e Azerbaigian. Durante l’incontro con Mammadyarov, il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha parlato dei vantaggi per ambo le parti derivanti dal progetto Trans Adriatic Pipeline (Tap) e Trans-Anatolian Natural Gas Pipeline (Tanap), così come dai corridoi di trasporto Nord-Sud e Est-Ovest. Mammadyarov ha in particolare fatto riferimento all’importanza del progetto del Corridoio Meridionale quale strumento fondamentale per garantire l’approvvigionamento supplementare di gas.
Oltre al settore energetico, di cui l’Azerbaigian è leader, durante la conferenza si è discusso anche di diversificazione energetica e il ministro Carlo Calenda, d’accordo con il sottosegretario della Vedova, hanno ribadito come, attraverso la sua politica di diversificazione, l’Azerbaigian è in grado di moltiplicare i propri potenziali clienti e offrire forniture energetiche alternative. La strategicità dei rapporti tra Italia e Azerbaigian è anche connessa ai settori non-petroliferi (come agricoltura, edilizia e turismo), sempre più attrattivi per le aziende italiane che decidono di inserirsi nel mercato azero.
La conferenza ha rappresentato inoltre l’occasione per il ministro azero di illustrare nel tempo come sia evoluta la politica estera di Baku anche in relazione alla storia dell’indipendenza del Paese. Dopo aver perso nel 1920 la propria indipendenza ed essere divenuto nel 1922 parte dell’Urss, gran parte della politica estera azera e di difesa del Paese è stata dedicata a Mosca. Dopo aver ritrovato l’indipendenza nel 1991, il governo dell’Azerbaigian ha definito come primari l’obiettivo della promozione di partenariati energetici con i Paesi sviluppati e una politica volta a garantire sicurezza e diversificazione degli approvvigionamenti energetici.
Il ministro degli Esteri azero Mammadyarov ha citato la “Dichiarazione congiunta sul partenariato strategico tra la Repubblica dell’Azerbaigian e la Repubblica italiana”, adottata nel 2014 durante la visita ufficiale in Italia del presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, come uno dei più importanti documenti firmati tra i due Paesi dall’inizio delle loro relazioni bilaterali.
Relativamente al conflitto irrisolto del Nagorno-Karabakh, Mammadyarov ha ricordato come, nonostante il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite abbia emanato nel 1993 quattro risoluzioni (nn. 822 , 853, 874 e 884) per intimare il ritiro delle truppe di occupazione armene, queste ultime non hanno prodotto i risultati attesi e, il Nagorno-Karabakh e le altre sette province azerbaigiane sono tuttora occupate. In linea con lo spirito del governo della Repubblica Democratica dell’Azerbaigian, da sempre favorevole a una sistemazione pacifica del conflitto, Mammadyarov ha precisato quanto sia importante incrementare gli sforzi nel senso di una risoluzione del conflitto che ponga fine alle sofferenze umane ed economiche di ambo le parti.
In ultimo, il presidente della Sioi Franco Frattini ha parlato dell’Azerbaigian come modello di multiculturalismo. Riferendosi alle sue molteplici e personali esperienze nel Paese, Frattini si è detto positivamente colpito dal sentimento di libertà e tolleranza che avvolge il Paese e ha definito l’Azerbaigian un’eccezione a livello regionale dal momento che gruppi religiosi diversi vivono tra loro in totale armonia contrariamente a quanto accade in altre zone della regione caucasica dove non sono rari episodi di frizione tra gruppi religiosi ed etnici diversi. La libertà d’espressione si concretizza in Azerbaigian anche attraverso la possibilità, per le ragazze e le giovani donne, di vestire all’”occidentale” rinunciando alle ristrettezze imposte in molti Paesi a maggioranza musulmana. Ringraziando il presidente per le sue riflessioni, Mammadyarov ha ricordato l’impegno del governo azero ogni giorno a promuovere la convivenza tra individui appartenenti a gruppi religiosi diversi e la libertà, riconosciuta anche a livello costituzionale, di professare il proprio credo. L’Azerbaigian è divenuto nel tempo sinonimo di accettazione e tolleranza, di rispetto reciproco tra individui che abbracciano fedi diverse.
L’Italia, quest’anno, come membro non-permanente dello Un Security Council e il prossimo anno alla presidenza dell’Osce ha più che mai bisogno di un interlocutore affidabile nella regione. La conferenza ha rappresentato un importante forum d’informazione per comprendere la profonda amicizia e il proficuo rapporto di collaborazione economica che lega Italia e Azerbaigian e rivela come in futuro i loro destini continueranno a intrecciarsi anche grazie al processo di diversificazione economica in corso in Azerbaigian che, già ora, permette alle imprese italiane di poter diffondere e far conoscere le eccellenze e le potenzialità del “made in Italy”.
(*) Analyst and Researcher Energy Security and Unresolved Conflicts in the South Caucasus. Political analyst dell’associazione “Amici dell’Azerbaigian Centro Sud Italia”
di G. Pilar Giorgi (*)