In Europa si prepara rivoluzione politica

mercoledì 28 dicembre 2016


Lo Stato islamico ha rivendicato la responsabilità dell’attacco terroristico a Berlino di una settimana fa, in cui dodici persone sono state uccise da un camion lanciato contro un mercatino di Natale. All’interno del camion, la polizia ha trovato il documento di identità appartenente ad Anis Amri, un tunisino arrivato in Germania nel 2015 come richiedente asilo (poi ucciso in Italia dalla polizia di Stato dopo un conflitto a fuoco a Sesto San Giovanni). Quando lo scorso anno la cancelliera Angela Merkel ha aperto i confini della Germania a quasi un milione di profughi e richiedenti asilo, ha accolto il cavallo di Troia dell’Islam nel suo Paese. Tra i cosiddetti rifugiati c’erano molti giovani uomini islamici, pieni di odio per l’Occidente e la sua civiltà. Uno di loro era Anis Amri.

C’è voluto quasi un anno perché le autorità tedesche respingessero la sua richiesta di asilo, ma nel frattempo l’uomo era scomparso. Le autorità tedesche sottovalutano pericolosamente la minaccia dell’Islam. E tutti lo possono vedere. A ottobre, un richiedente asilo afghano ha stuprato e ucciso una ragazza tedesca di 19 anni a Friburgo. E un ragazzino iracheno di 12 anni è stato catturato prima che facesse esplodere una bomba a chiodi nel mercatino di Natale di Ludwigshafen.

L’estate scorsa, un afghano armato di ascia ha aggredito i passeggeri di un treno a Heidingsfeld, un siriano ha ucciso con un machete una donna incinta a Reutlingen, un altro siriano si è fatto esplodere a un festival musicale ad Ansbach, un palestinese ha cercato di decapitare un medico a Troisdorf. E chi ha dimenticato le aggressioni sessuali di massa compiute la notte di Capodanno dai migranti ai danni di centinaia di donne a Colonia? Quest’anno, 1.500 agenti di polizia pattuglieranno le strade di Colonia la vigilia di Capodanno. Dieci volte di più rispetto allo scorso anno. Ma il prossimo anno quanti poliziotti saranno necessari? E l’anno dopo? E cosa accadrà quando saranno in inferiorità numerica? Non occorrono solo più agenti di polizia, c’è bisogno di una rivoluzione politica e democratica.

I politici sono colpevoli

Non permettete a nessuno di dirvi che solo gli autori di questi crimini sono colpevoli. Lo sono anche i politici che hanno accolto con favore l’Islam nel loro Paese. E non solo Frau Merkel in Germania, ma l’intera élite politica dell’Europa occidentale. Per correttezza politica, essi hanno volutamente chiuso un occhio sull’Islam. Si sono rifiutati di informarsi sulla sua vera natura. Si rifiutano di riconoscere che è tutto scritto nel Corano: il permesso di uccidere ebrei e cristiani (Sura 9:29); terrorizzare i non musulmani (8:12); violentare le ragazze (65:4); ridurre in schiavitù le persone per sesso (4:3); mentire sui veri obiettivi (3:54) e l’ordine di fare guerra agli infedeli (9:123) e sottomettere il mondo intero ad Allah (9:33).

Invece di informarsi, hanno aperto i confini dei loro Paesi all’immigrazione di massa e accolto i richiedenti asilo, nonostante l’Isis abbia annunciato che avrebbe inviato terroristi in Occidente come richiedenti asilo. Hanno anche permesso ai combattenti in Siria di tornare in Europa, anziché privarli della cittadinanza e bloccarli al loro rientro. Non li hanno nemmeno arrestati. In breve, sono colpevoli di negligenza grave. Hanno tradito i loro cittadini. Lo tsunami dei richiedenti asilo del 2015 ha solo esacerbato una situazione già terribile. Quasi dieci anni fa, nel 2008, secondo uno studio dell’Università di Amsterdam (molto di sinistra), l’11 per cento di tutti i musulmani dei Paesi Bassi concordava sul fatto che esistessero situazioni in cui era accettabile ricorrere all’uso della violenza nell’interesse della loro religione.

Questo significa che, solo nel mio Paese, l’Olanda, ci sono 100mila musulmani che sono disposti a ricorrere all’uso della violenza. Ma l’esercito olandese conta meno di 50mila soldati. Pertanto, anche se si dispiegasse l’intero esercito per proteggere mercatini di Natale, teatri, discoteche, festival, centri commerciali, chiese e sinagoghe, non si può garantire la sicurezza di tutti i nostri cittadini. Ecco perché non vi è dubbio che il 2017 porterà alla Germania e all’intero Occidente più violenza, più aggressioni alle nostre mogli e figlie, altri spargimenti di sangue, altre lacrime e altro dolore. La terribile verità è che, con tutta probabilità, noi non abbiamo visto ancora nulla. Ma questo non vuol dire che non c’è alcuna speranza. Proprio come l’attuale situazione pericolosa è stata creata da politici che rifiutano di vedere la tragica realtà dell’Islam e si rifiutano di fare il loro dovere, la soluzione a questo enorme problema auto-provocato che attualmente affligge l’Occidente deve essere politica.

Aggiustare un’Europa a pezzi

Dovremo de-islamizzare le nostre società. In effetti, ogni singola misura che prendiamo per raggiungere questo obiettivo, dal porre fine all’immigrazione dai Paesi islamici alla detenzione preventiva dei musulmani radicali, alla promozione della remigrazione volontaria, alla privazione della cittadinanza e all’espulsione dei criminali con doppia nazionalità, sarà un passo verso una società più sicura per noi e i nostri figli. Ma tutto comincia dai politici che avranno il coraggio di affrontare la realtà e dire la verità. Sempre più cittadini sono consapevoli di questo. Ecco perché in Europa si sta preparando una rivoluzione politica. I partiti patriottici sono in rapido aumento ovunque. Essi rappresentano l’unica speranza per l’Europa di un futuro migliore.

Dobbiamo allontanare dal potere i politici come Angela Merkel, il mio debole premier olandese Mark Rutte e i loro colleghi di altri Paesi schierati su posizioni simili. Dobbiamo liberare i nostri Paesi. E credetemi, amici miei, questo è esattamente ciò che intendiamo fare. I terroristi, che sperano di annientare la nostra determinazione con violenze sanguinose, non riusciranno nel loro intento. Sceglieremo nuovi e coraggiosi leader, de-islamizzeremo, vinceremo!

(*) Geert Wilders è un parlamentare olandese e leader del Partito della Libertà (PVV).

(**) Gatestone Institute

Traduzione a cura di Angelita La Spada


di Geert Wilders (*)