Israeliani boicottati alle Paralimpiadi

martedì 20 settembre 2016


L’odio dei Paesi arabi nei confronti dello Stato di Israele può raggiungere parossismi tragicomici. Come quello di boicottare la squadra di “goalball”, disciplina per non vedenti simile alla pallamano, alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro, i giochi riservati ai portatori di handicap. Che si sono conclusi la scorsa settimana.

E questo quindi è ciò che è successo nella colpevole disattenzione dei media, oramai assuefatti ai giochi olimpici e con l’opinione pubblica ancora memore di quel judoka egiziano incapace di stringere la mano al suo collega israeliano, che peraltro lo aveva battuto nettamente. Con uno ippon da paura, vale a dire schienandolo dopo averlo ribaltato.

Stavolta è stata la squadra algerina di “goalball” a rendersi protagonista dell’odioso episodio di discriminazione, come riportato da “Times of Israel” e ripreso in Italia da Emanuel Baroz per conto di “Progetto Dreyfus”, l’iniziativa della Comunità ebraica romana per monitorare l’informazione su Israele. Specie quella scorretta.

Il “goalball” o “pallarete” è la pallamano per i non vedenti, con una pallone fornito di sonagli.

I sette membri della squadra dell’Algeria hanno detto di aver perso l’autobus che doveva portarli in aeroporto e quindi di aver perso l’aereo per Rio. Hanno aggiunto di non essere riusciti a prenotare un altro volo perché in Algeria gli uffici erano chiusi per una festività. “Gli algerini dovevano partire di lunedì da un campo di allenamento in Polonia. Venerdì dovevano giocare con gli Stati Uniti e sabato con Israele. È una giustificazione interessante quella che ci hanno fornito – ha commentato ironicamente alla Bbc il portavoce del Cip, Craig Spence – cinque giorni per arrivare a Rio è un tempo davvero lungo. Io ho perso coincidenze nel passato, e solitamente si arriva nel giro di 24 ore“.

Il sospetto ovviamente è che persino le persone handicappate siano mobilitate nei Paesi arabi per la propaganda contro Israele e gli Usa. Comunque quella partita non si è mai tenuta. Ma a queste vergogne ormai siamo tutti abituati.


di Dimitri Buffa