Il Wcc demonizza ancora Israele

mercoledì 9 marzo 2016


Il 10 febbraio scorso (Mercoledì delle Ceneri nel calendario cristiano occidentale), il vescovo luterano palestinese Munib Younan, a nome del Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc) [chiamato anche Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec)] ha lanciato la Campagna quaresimale della Rete ecumenica dell’acqua. L’iniziativa, intitolata “Sette settimane per l’acqua”, è stata presentata nella chiesa luterana (tedesca) del Redentore nella Città Vecchia di Gerusalemme. Younan – uno dei firmatari del famigerato documento pubblicato nel 2009 dall’organizzazione Kairos Palestine – è stato affiancato da altri noti sostenitori dell’agitazione palestinese contro Israele: Antje Jackelen, arcivescovo della Chiesa luterana di Svezia (un altro firmatario del documento); il reverendo Olaf Fykse Tveit, segretario generale del Wcc (è a capo dell’ente che ha generato Kairos Palestine e continua a essere il suo principale sostenitore); Hind Khoury, segretario generale di Kairos Palestine; che è anche un’economista di Betlemme ed è stata rappresentante dell’Olp in Francia dal 2006 al 2010; Dinesh Suna, coordinatore della Rete ecumenica dell’acqua.

Un folto gruppo di stagionati attivisti pro-Palestina si è riunito in una funzione religiosa di un’ora per una liturgia preconfezionata di dieci pagine. Le poche persone presenti dovevano essere sensibilizzate in merito a una presunta ingiustizia commessa nei confronti del popolo palestinese: la sottrazione della legittima quantità di acqua da parte di quelli che vengono additati come i cattivi israeliani. Per dare una nota di colore, in questo noioso flusso di informazioni distorte, ogni partecipante aveva una croce di cenere impressa sulla fronte – forse una delle poche tracce del rito quaresimale cristiano.

In genere, nelle normali funzioni religiose quaresimali, i ricordi solenni della misericordia divina verso i peccatori di tutto il mondo hanno un ruolo di primo piano per i cristiani. Ma non in questa liturgia. Il centro della scena è invece occupato dal commettere il peccato della menzogna: accusando Israele della carenza idrica di cui soffrono i palestinesi. La menzogna è un peccato che tutte le chiese che fanno parte del Wcc sono invitate a commettere.

Questi leader delle chiese protestanti, trasformati in propagandisti politici, hanno usato il pulpito di Gerusalemme per esortare i fedeli protestanti di tutto il mondo ad ascoltare le calunnie sull’emergenza idrica palestinese lanciate contro lo Stato di Israele. Questa liturgia approfitta delle letture bibliche come un mezzo per corroborare il messaggio altrettanto falso dell’organizzazione Kairos Palestine che Israele ruba la terra palestinese e non ha diritto di essere dove si trova. Gli accoliti del Wcc si sono riuniti nella chiesa del Redentore con l’obiettivo di iniziare a diffondere questa propaganda attraverso un’ambigua rete di organizzazioni apparentemente distinte, ognuna delle quali – a un esame più attento – risulta essere controllata dal Consiglio mondiale delle Chiese.

Due organizzazioni hanno però un ruolo primario. La prima è il Pellegrinaggio per la giustizia e la pace (Pjp), lanciata nel 2013 alla decima Assemblea generale del Wcc nella Corea del Sud. A Gerusalemme, il Pjp è stato accompagnato da tre strategici gruppi di supporto: il “Gruppo di studi teologici”, il “Gruppo di riferimento” e il “Gruppo internazionale di ricerca”. La seconda organizzazione è la Rete ecumenica dell’acqua (Ewn), lanciata nel 2008 come network delle chiese e delle organizzazioni cristiane, per sorvegliare l’accesso all’acqua. Anche se il Pjp e l’Ewn sembrano essere due entità diverse, l’ufficio stampa del Wcc ha pubblicizzato la sua campagna le “Sette settimane per l’acqua” come un “pellegrinaggio di giustizia dell’acqua in Medio Oriente, con specifico riferimento alla Palestina. Per sette settimane, le riflessioni biblico-teologiche riguarderanno la crisi idrica in Medio Oriente e terranno conto delle questioni legate alla giustizia e alla pace”.

Questo significa che il lavoro del Pjp e dell’Ewn è strettamente collegato. Entrambi i gruppi, infatti, sono impegnati nella causa palestinese e potrebbero essere considerati soprattutto come membri della rete sponsorizzata dal Consiglio mondiale delle Chiese che attua il programma di Kairos Palestine. Da un attento esame del sito web dell’Ewn non risulta alcuna analisi scientifica né della distribuzione dell’acqua né della politica della gestione delle risorse idriche per i territori di Israele e dell’Autorità palestinese (Ap). Inoltre, il materiale dell’Ewn non mostra alcun riferimento a nessuna delle analisi riguardanti la distribuzione dell’acqua in Israele (ad esempio, si veda qui e qui). E non è neppure menzionata alcuna cattiva gestione ben documentata delle risorse idriche da parte dell’autorità Palestinese né si fa riferimento al giusto e generoso sostegno dato da Israele all’approvvigionamento idrico – oltre le quote spettanti – nelle aree che ricadono sotto l’Ap.

L’obiettivo della campagna per l’acqua sembra chiaramente scaturire da una discriminazione ingiusta e priva di fondamento contro lo Stato di Israele, come propagata nel messaggio diffuso da Kairos Palestine. Il reverendo Tveit ha parlato apertamente del proposito di lanciare l’iniziativa “Sette settimane per l’acqua” nel sermone da lui pronunciato nella chiesa del Redentore, a Gerusalemme: “Poiché il Pellegrinaggio di giustizia e pace del Wcc si occupa delle questioni legate al Medio Oriente, in particolar modo quest’anno, noi speriamo che le vostre vicende e la vostra lotta per la giustizia e la pace diventeranno le storie e la lotta delle chiese di tutto il mondo. Che questo tempo di Quaresima ci aiuti a riflettere più a fondo su tali questioni. Possa (la campagna, ndr) Sette settimane per l’acqua durante questa Quaresima aiutarci a porre l’accento sulla crisi idrica in Palestina e in altri luoghi del mondo con un disperato bisogno di avere acqua più pulita”.

Questa storie palestinesi sono state raccolte poco prima delle funzioni celebrate nella chiesa del Redentore, sotto l’occhio vigile del vescovo Younan, quando il “Gruppo internazionale di ricerca” (Irg) si è riunito a Betlemme. Dinesh Suna ha scritto nella sua pagina Facebook: “È iniziato oggi a Betlemme il meeting organizzato dall’Irg che fa parte del Pellegrinaggio per la giustizia e la pace, del Wcc. Per impostare il tono del dibattito abbiamo ascoltato le storie legate alla lotta per porre fine all’occupazione israeliana della Palestina. È stato un momento toccante per noi venire a conoscenza di queste vicende...”.

Ma queste persone hanno mai incontrato gli israeliani? Il “Gruppo internazionale di ricerca” è mai andato a leggere le innumerevoli analisi accademiche sulle questioni legate all’acqua, che sono liberamente disponibili on-line? Non c’è alcun riferimento che lo abbiano fatto. Piuttosto, siamo stati informati che il PJP, che fa parte del Consiglio mondiale delle Chiese, ha allestito “due gruppi strategicamente importanti” in “Terra Santa” tra il 9 e il 17 febbraio. Uno è il cosiddetto “Gruppo di Studi teologici” che si è riunito nella chiesa di Sant’Anna, a Gerusalemme, il 9-11 febbraio, “al fine di approfondire la teologia che accompagnerà il Pjp”. L’altro è il “Gruppo di riferimento” del Pjp, riunitosi a Betlemme tra il 12 e il 17 febbraio, presumibilmente per far sfilare più “testimoni oculari della crisi idrica”. I palestinesi stanno davvero fronteggiando una crisi idrica. E allora l’interrogativo da porsi, per il loro bene, è fino a che punto essi ne siano responsabili e in che misura i loro leader siano responsabili del fatto di continuare a mantenerli vittime, facendoli sembrare più sventurati, per un’efficace operazione di “marketing” internazionale.

Tveit e il suo staff del Wcc accompagnano entrambi i gruppi. L’obiettivo di questo viaggio molto esoso cui partecipano ecclesiastici ben pagati che fungono anche da politici non è quello di sanare qualsiasi sofferenza. Piuttosto, come Tveit ha detto nel suo sermone: “Noi speriamo che le vostre vicende e la vostra lotta per la giustizia e la pace diventeranno le storie e la lotta delle chiese di tutto il mondo”.

In breve, il Consiglio mondiale delle Chiese invita i cristiani di tutto il mondo ad unirsi all’attacco contro lo Stato di Israele. Questo è il vero messaggio di fondo di Kairos Palestine e della campagna “Sette settimane per l’acqua” del Pjp. Come prevedibile, i progetti del Pellegrinaggio per la giustizia e la pace troveranno giovani seguaci cristiani, entusiasti, disinformati e ingenui da abbindolare. E la chiesa luterana del Redentore, a Gerusalemme, è solo un luogo ideale per lanciare sempre più iniziative del genere. Che strano! È anche strano il fatto che la Chiesa protestante tedesca, proprietaria della chiesa luterana del Redentore, a Gerusalemme e impegnata nella riconciliazione con Israele, sembri tollerare gli approcci del Wcc contro lo Stato ebraico, sotto la regia locale del vescovo palestinese. Il vescovo Younan è solo un paravento dietro il quale si nasconde l’impegno della Chiesa protestante tedesca contro Israele? Oppure la Chiesa protestante tedesca non sa cosa sta accadendo nella sua chiesa a Gerusalemme?

(*) Gatestone Institute

Traduzione a cura di Angelita La Spada


di Thomas Smith (*)