Bilaterale Italia/Germania: cose da fare

mercoledì 27 gennaio 2016


L’Italia si appresta a fine mese all’incontro bilaterale con la Germania in una posizione estremamente debole, non solo per avere un governo non eletto dagli italiani e per l’altissimo debito pubblico, ma anche per non avere voluto né saputo costruire alcuna strategica alleanza utile in Europa, e tutto ciò rende alquanto difficile perseguire adesso gli interessi nazionali. L’Italia è sempre stata al riparo dell’ombrello statunitense e dell’Ue importando ordine e sicurezza dall’esterno, mentre oggi il “gioco” funziona all’inverso, è cioè necessario che il Paese prenda una posizione attiva per esportare ordine e sicurezza, e, per fare ciò, l’Italia deve avere qualcosa da scambiare.

I rapporti tra Stati sono regolati sostanzialmente dalla forza, dalla reciproca dissuasione, da utilità contingenti ed accordi più o meno basati su tali criteri. Il nostro governo illegittimo va quindi all’ appuntamento difficile di fine mese, all’incontro bilaterale Italia-Germania, senza grandi possibilità. Bisogna guardare allora strategicamente a quelli che sono gli interessi che ci circondano e che esprimono le necessità degli altri Paesi, per “gestire” l’incontro in forma di negoziato utile per sè. Ad esempio, è noto, che la Germania ha interesse a circoscrivere quanto più possibile la nostra concorrenza industriale e di evitare che il debito, collassando, faccia implodere l’intera Eurozona, che è ormai di suo vero e proprio dominio, un dominio tedesco, che le consente oggi - alla Germania - di trattare da pari con Stati Uniti e Cina. La Germania ha poi anche interesse a intercettare e raccogliere i flussi di capitali che si muovono spinti dalla paura in quanto stanno fuoriuscendole quelli mossi dal lucro e dalla remunerazione, per intenderci, quelli che comprano bond statunitensi e vendono bund tedeschi. La recente mossa di destabilizzazione delle banche italiane – peraltro tuttora in corso - attraverso le a dir poco originali comunicazioni da parte della vigilanza della Bce è stata fortunatamente contrastata da Draghi per il mantenimento della stabilità complessiva dell’Eurosistema, salvando conseguentemente l’Italia dal pesante e grave deflusso di risparmio che avrebbe colto in una situazione di sostanziale impotenza del nostro Paese.

L’ Italia quindi potrà cancellare il fiscal compact, autoproclamatosi da solo Trattato non essendolo né avendo alcuna valenza generale ma tanto caro alla Germania soprattutto come arma puntata contro l’Italia che, in quanto insostenibile, precorre il nostro commissariamento, solo allargando il proprio raggio d’azione. E’ necessario quindi, da qui alla fine del mese, correre a colloquiare urgentemente con gli Stati Uniti per chiarire e chiudere tutte le ogni divergenza, in particolare la questione russa e proporre di esercitare la pressione, da parte dell’Italia, per l’accelerazione del negoziato tra l’Unione europea e gli Stati Uniti per il cosiddetto TTIP ovvero la formazione del mercato integrato euroamericano, perché sia pronto e definito per la sigla entro la fine 2016, cosa cui Obama tiene moltissimo, per passare alla storia. Proporre poi agli Stati Uniti un bilaterale per la collaborazione militare rinforzata oltre quella nella Nato, ed in cambio di tutto ciò chiedere agli Stati Uniti il sostegno all’Italia e verso la Germania per la cancellazione del fiscal compact ed il mantenimento dei limiti doganali europei contro l’export cinese, entrambi interessi vitali per l’Italia ma solo il secondo per gli Usa. Solo proponendo e facendo ciò l’Italia può sperare che gli Stati Uniti ci aiutino, esercitando la propria forza dissuasiva sulla Germania, ad ottenere ciò che ci serve ed è nel nostro interesse. Questa è la strategia utile e possibile. In genere i governi eletti democraticamente dai Paesi democratici pensano ed elaborano ed attuano questo tipo di strategie. I governi non eletti al contrario non hanno strategie di sorta, esistono in violazione della democrazia e per trarre profitto per sé. Si vada presto al voto in Italia, nell’interesse dell’Italia e dell’Italia in Europa, come nel mondo globale.


di Francesca Romana Fantetti