La politica di Merkel distrugge l’Europa

martedì 22 settembre 2015


In Grecia, chiunque sia stato eletto, si trova nella bella situazione di varare tagli e riforme su indicazione/ordine della Ue di Merkel. Chissà se l’hanno capito i greci che, quando hanno detto “no”, a luglio 2015, con Tsipras, votando due su tre, a grande maggioranza, contro il piano di Bruxelles, contro la Merkel, hanno fatto fare loro esattamente ciò contro cui in massa avevano votato? Hanno detto “no” e hanno fatto fare loro “sì”. Chiunque abbia vinto a qualsivoglia elezione in Grecia deve fare ingoiare le statuizioni di Merkel. Tsipras o non Tsipras, sinistra o destra di Meimarakis, i greci dovranno eseguire quanto ordinato, “concordato”, da Merkel a partire dai tagli agli incentivi per gli agricoltori e il piano di privatizzazioni.

Alla fine di ottobre 2015 poi, i creditori della Grecia formuleranno un giudizio, daranno un voto, a quanto “deciso” dal nuovo governo che non avrà in pratica deciso niente. Solo se riterranno che i greci siano stati sufficientemente ligi, sganceranno un po’ di moneta per farli sopravvivere, in attesa dei “negoziati” per il taglio di 320 miliardi di debito della Grecia come richiesto dal Fondo monetario internazionale o l’allungamento della scadenza come vuole Ue e Bce. Grazie ai soldi europei, saranno ricapitalizzate le banche greche, finendo così i vincoli alle imprese e ai correntisti greci che oggi possono prelevare massimo 60 euro. In sostanza, i greci, per quanto abbiano votato o votino “no” all’Europa di Merkel, le sottostanno.

E ciò avverrà in attesa di un altro voto ininfluente anti austerità Merkel in arrivo in questa distrutta Europa unita, precisamente quello spagnolo, a dicembre 2015, o con l’ascesa del laburista Corbyn, il quale anche lui, come d’altronde chiunque altro come lui, si agiterà populisticamente molto contro le misure imposte dall’Ue soggiacendovi immancabilmente una volta che, al potere, gli avranno spiegato come stanno le cose: controlli europei, disoccupazione crescente, troika imperante. Se quindi, come è chiaro, la politica nazionale non serve essendo tutto deciso altrove, in Europa e precisamente in questa Europa tedesca di Merkel, è bene dire come stanno le cose. Essendo stato dato rigoroso seguito e male interpretati provvedimenti e Regolamenti europei dal 1997 ad oggi, essendo cioè stata data loro forza di Trattato non fondandosi tuttavia sul consenso e l’accordo comuni dei Paesi che vi si vincolano e subordinano, oggi la situazione è questa.

Merkel, autointestatasi la corona del quarto Reich, gestisce, decide, ed ordina a ciascuno dei Paesi europei. E chi ha ricevuto soldi comuni europei, è stato zitto ed ha incassato, mentre chi, come l’Italia, ha pagato e paga a tutti gli altri ricevendo praticamente il nulla indietro, basti guardare alla questione dell’immigrazione/invasione, si fa bacchettare, ordinare perentoriamente, subisce reprimende immeritate, e si piange addosso. Dal 2011 ad oggi il nostro Paese ha mandato, mai eletti in Italia, soggetti non in grado anche solo di capire, figuriamoci di fronteggiare, la situazione e la posizione dell’Italia in questa Europa. Lungi dall’impedire ed ostacolare, stoppare gli atti che non sono Trattati, tipo il fiscal compact, il nostro Paese è corso a fare a se stesso le pulci per rispettare atti sostanzialmente illegittimi.

E con che impegno, puntigliosità e rigore, sono stati spediti i più imbecilli tra noi, si pensi a Monti, voluto dal solo Napolitano, a baciare i piedi alla Merkel, per andarle bene, quando al contrario sarebbe dovuta essere fermata, insieme a tutti quelli che dal 1997 ad oggi hanno siglato atti intergovernativi, non Trattati, e sostanzialmente mal compreso l’Unione europea. Il settimanale Der Spiegel ha oggi messo in copertina la cancelliera Merkel nei panni di Madre Teresa di Calcutta inserendovi il titolo “Mutter Angela” cioè “Madre Angela”. Per i tedeschi Merkel è stata ed è tuttora meglio di madre Teresa di Calcutta, avendo fatto molto bene i loro interessi. Solo un momentino, da ultimo, quando ha sostituito la forza lavoro immigrata scadente in Germania con quella più qualificata siriana, i tedeschi non hanno capito il trucco e hanno titolato sotto: “La politica di Merkel divide l'Europa”. No, per tutti i cittadini europei, la politica di Merkel ha distrutto l’Europa, non l’ha solo divisa.

Sono dieci anni al 19 settembre 2015 da quando Merkel è diventata cancelliera della Germania rendendo ricco il proprio Paese (salvato ed unificato con i soldi di tutti noi europei) a svantaggio degli altri Paesi, Italia innanzitutto. Sulla stampa tedesca si chiedono: “Perché lei è così amata? Lei è modesta, non vanitosa e assolutamente disinteressata ai soldi. Questo conquista”. Sì, e fa pensare, avrebbe cioè fatto pensare, che con quella faccia da moccio al naso, non avrebbe potuto essere l’avvoltoio rapace quale è economicamente, contro le economie di ogni altro Stato europeo. E invece è stato ed è così. Nel mentre l’Italia ha mandato, “grazie” al vetero comunista Napolitano in linea ideologica comunista con Merkel, tre soggetti mai eletti all’interno del nostro Paese, Monti, Letta e Renzi.

Ci sarebbero voluti soggetti eletti dagli italiani i quali avrebbero avuto il polso della situazione del Paese, e cercato di rappresentare gli interessi dell’Italia, del nostro Paese. Se non altro, avrebbe dovuto raccontarcela chiara, non imbrogliando cioè con una sorta di gioco delle tre carte, della truffa e dell’ imbroglio istituzionale come succede oggi. Chiarendoci cioè che 1.non è vero che si è trovato né stabilito un valido meccanismo di risoluzione delle crisi sovrane, basti guardare la Grecia e si capisce a che punto si è, cioè al nulla di fatto; 2. che non è ancora stato fatto niente sul versante della convergenza verso l’Unione politica; 3. che gli stessi cinque Presidenti delle principali istituzioni europee hanno posto in essere da ultimo un documento comune che si basa su una impostazione intergovernativa dell’Europa, non federale, confondendo integrazione con cessione di sovranità piuttosto che parlare e proporre condivisione di sovranità e responsabilità.

In pratica, giocando ad imbrogliare i cittadini europei, non si dibatte o propone l’unificazione politica dell’Europa ma la gestione intergovernativa. Non si fa cioè distinzione nel documento tra cessione e condivisione di sovranità fiscale ad esempio. Si ricordi che solo la condivisione equivale alla accettazione di una gestione in comune, ossia una simulazione dell’unione politica che è altro dalla gestione intergovernativa dell’Europa in cui i tedeschi, con i francesi di Hollande che si sono subito messi al traino, dettano legge. Condivisione della sovranità fiscale è ben diversa da cessione della sovranità fiscale che ci trasformerà in colonie politiche tedesche, allo stesso modo di come già è per la Grecia. 4. l’economia europea non è affatto migliorata né sta migliorando, piuttosto ha ricevuto un aiuto a tempo determinato, che finirà, dalla politica monetaria espansiva operata dalla Bce, e che sussiste non solo il problema emergenziale irrisolto dell’immigrazione fuori da ogni controllo ma soprattutto permane, ed è in crescita, la disoccupazione.

Si tratta di 18 milioni di disoccupati in Europa. 5. che oggi questa Europa non ha l’architettura politica istituzionale con cui fare fronte né a crisi interne od esterne nè tantomeno a shock esogeni, né sul piano politico, monetario o fiscale. Questa Europa di Merkel, distrutta da Merkel con l’assenso dell’Italia di Napolitano, non va da nessuna parte e così come si prospetta ed è, non funzionerà.


di Francesca Romana Fantetti