Kokabee: l’appello per la scarcerazione

martedì 15 settembre 2015


Il regime iraniano tortura e imprigiona i propri cittadini nonostante il recente accordo sul nucleare. Il 14 luglio 2015, il regime ha sottoscritto un accordo sul nucleare con il gruppo dei P5+1. Passate alla storia sono state le assicurazioni del Presidente degli Stati Uniti d’America Obama, nonostante importanti analisti internazionali ed esperti dei diritti umani hanno evidenziato le carenze dell’accordo e i rischi per la sicurezza nazionale.

Nella sostanza, il regime dei Mullah ha trovato una nuova legittimità politica internazionale, guadagnandoci oltre 150 miliardi di dollari grazie all’alleggerimento delle sanzioni internazionali. È necessario che la Repubblica Islamica dimostri la serietà delle sue intenzioni, una metamorfosi politica e giuridica che passi innanzitutto dal concreto rispetto dei diritti umani e delle convenzioni internazionali. Un caso che continua a far discutere e che le diplomazie Occidentali non possono ignorare e dimenticare è quello dello scienziato Omid Kokabee. Un prigioniero politico, condannato a dieci anni di carcere, per aver rifiutato di mettere le sue conoscenze scientifiche al servizio del programma nucleare e missilistico dei Pasdaran. Omid Kokabee, giovanissimo, è già considerato internazionalmente uno scienziato brillante.

Laureato in Fisica e Meccanica all’Università di Sharif, Omid ha conseguito un Dottorato all’Università di Barcellona ed è stato ammesso nel 2010 ad un programma di dottorato presso l’Università del Texas, ad Austin. Un curriculum accademico brillante, preludio sicuro ad una brillante carriera professionale rovinata e distrutta dalla Repubblica Islamica. Dal 2005 il regime tenta di convincere Omid a collaborare con il governo. Il giovane scienziato ha sempre rifiutato tali offerte, sostenendo di non voler offrire le proprie capacità accademiche e scientifiche ad un regime dittatoriale e fondamentalista. Omid, dopo una detenzione illegale e un processo farsa, è stato condannato a 10 anni di carcere.

Nell’Ottobre 2014 un rapporto di Amnesty International rese pubblico che “la salute di Omid Kokabee è andata peggiorando dal mese di Agosto, quando è stato trasferito dalla Sezione 350, all'area di isolamento della Sezione 7 che altro non è che uno scantinato. Nella sezione è stato tenuto in una piccola cella senza finestre e a tutti i detenuti di questa sezione viene negato l’accesso al cortile della prigione per svolgere attività fisica”. Sempre nell’Ottobre 2014, rende noto il Consiglio Nazionale per la resistenza iraniana, numerosi parlamentari canadesi di vasto schieramento politico chiesero al regime iraniano di fermare le esecuzioni dei prigionieri nel braccio della morte in Iran, sollecitato il rilascio di Omid Kokabee. Per il suo coraggio e per il rifiutato di mettere le sue conoscenze al servizio del regime, Kokabee è stato insignito di importanti premi internazionali. Nel 2013, gli è stato conferito il prestigioso Premio “Andrei Sakharov”, mentre nel 2014 gli è stato assegnato il Premio dell’American Association for Advancament of Science.

Quest’ultimo riconoscimento è stato ottenuto per l’esemplare libertà scientifica e responsabilità dimostrata. Il caso dello scienziato ha raggiunto una certa rilevanza in seguito alla pubblicazione di una lettera aperta comparsa sulla prestigiosa rivista scientifica “Nature”, sottoscritta ben 18 Premi Nobel per la Fisica che hanno chiesto alla Guida Suprema iraniana Ali Khamenei, di liberare immediatamente lo scienziato Kokabee. Non va dimenticato che la detenzione di Omid Kokabee è ritenuta non giustificata dalla stessa Corte Suprema iraniana che ha dichiarato: “differenze politiche con altri Stati non costituiscono un motivo di ostilità” e che l’accusa fatta ad Omid di “contatti con un Governo ostile” non sussiste. Di recente, Omid è stato nuovamente punito a seguito della pubblicazione da parte dei media internazionali di notizie sul suo caso. Il 27 agosto 2015, le guardie del carcere sono entrare nella cella e hanno requisito i suoi libri, inoltre, gli è stato impedito di avere contatti con la famiglia.

L’Organizzazione non Governativa della galassia radicale Nessuno tocchi Caino ha lanciato un appello pubblico per il suo rilascio indirizzata al Presidente della Repubblica Islamica d’Iran Hassan Rouhani, all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Zeid Ra’ad Al Hussein, all’ Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini e al Ministro italiano degli affari esteri e della cooperazione internazionale Paolo Gentiloni. L’appello è presente in rete e reperibile presso il sito “Change.org”. Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino, ha sostenuto: “Occorre che, dopo la firma dell’accordo sul nucleare pacifico con il gruppo P5+1, la Repubblica Iraniana dimostri la serietà delle sue intenzioni con l’immediata scarcerazione di Omid Kokabee!”.


di Domenico Letizia