Libia: sono al via i colloqui di pace

mercoledì 11 febbraio 2015


Sono iniziati in Libia i colloqui di pace previsti dalla road map tracciata durante i negoziati di Ginevra dello scorso 16 e 17 gennaio per giungere alla formazione di un governo di unità nazionale. I negoziati, fortemente voluti dal delegato dell’Onu Bernardino Leon, si erano conclusi con una dichiarazione diffusa dall’ufficio dell’Unsmil (Missione Onu in Libia) con cui i partecipanti facevano appello a tutte le parti per porre fine alle ostilità e creare un clima positivo per il dialogo. La caotica situazione politica vede da una parte le milizie filo-governative riconoscersi nel Parlamento e nel governo di Tobruk, con premier Adullah al Thani, frutto delle elezioni di giugno e riconosciuto dalla comunità internazionale, e dall’altra quelle jihadiste che sostengono il Parlamento e il governo di Tripoli, con premier Omar al Hassi, riesumato dai jihadisti dalla precedente assemblea transitoria dopo la conquista della città.

Continuano, pertanto, a coesistere due parlamenti e due governi, uno con capacità di controllo del territorio della Cirenaica, con potere reale limitato, l’altro, in mano alle fazioni più estremiste, con capacità di controllo della Tripolitania, regione dove peraltro si concentrano maggiormente gli interessi italiani.

Sul piano dello scontro armato tra moderati e islamisti, cui fanno riferimento rispettivamente le milizie di Zintan e Misurata, si sono registrate centinaia di morti e feriti da ambo le parti. Dopo un iniziale vantaggio del fronte di Tripoli-Misurata, il fronte Tobruk-Zintan, con l’operazione ‘Dignità’ condotta dall’esercito del Gen. Haftar, sta riconquistando terreno, anche se i propositi del premier al Thani di riconquistare Tripoli entro la fine dello scorso anno non si sono concretizzati.

Le condizioni dell’area non possono certamente definirsi in miglioramento ma gli sforzi della comunità internazionale e la tenacia di Bernardino Leon, dopo un lungo periodo di impasse, hanno condotto perlomeno ad una fase di dialogo e di confronto. I colloqui, cui parteciperanno tutte le principali fazioni libiche, dovranno portare le parti in causa a concordare misure di ricostruzione sulla base del rispetto del diritto umanitario e dei diritti umani con la previsione di un successivo cessate il fuoco e della riapertura degli aeroporti. Misura quest’ultima che non sarà facile realizzare in considerazione degli ingentissimi danni che mesi di conflitto hanno causato allo scalo.

Le Nazioni Unite ritengono che prefigurare una separazione delle regioni sarebbe catastrofico e ancor più preoccupate dalla presenza di formazioni riconducibili a Isis nella città di Derna, sperano che si possa giungere nel breve termine ad un Governo di unità nazionale e alla cessazione definitiva delle ostilità.

 


di Ferdinando Fedi