Si può fare un decreto contro il terrorismo?

venerdì 6 febbraio 2015


Ci vuole un decreto antiterrorismo ma il governo Renzi dorme. Dopo la strage della redazione Charlie Hedbo in Francia, dopo gli attacchi terroristici a pochi chilometri da noi a Tripoli, dopo gli sgozzamenti e i roghi come quello, ultimo, del pilota giordano che ha scatenato la giusta reazione della Giordania, per il governo Renzi, per Alfano e Orlando, rispettivamente ministri dell’interno e della giustizia, è come se non fosse successo niente.

A parole, come sempre, Renzi ha annunciato una pioggia di regole che, nei fatti, come al solito, non si vedono. Impiantato lui, tutti gli altri devono crepare, sotto le bombe. Lo vogliamo fare un decreto contro il terrorismo, sì o no? Per questo governo imbroglione sembra sia un dettaglio insignificante in confronto ad un Alfano destinato alla cancellazione o a un Renzi manifestamente inadatto e inconcludente, con sicura fine tra beffe e lacrime amare degli italiani. La Francia ha destinato 425 milioni di euro alla lotta contro il terrorismo islamico, noi qui fatichiamo a tirare fuori un decreto. Il resto sono scuse vergognose di chi occupa indegnamente posti di governo rubato.

In Italia si ha, da una parte, la gravità di minacce incombenti e dall’altra l’inadeguatezza e l’incompetenza totale di chi dovrebbe farvi fronte. Il califfato terrorista è vicino a noi, sulle coste della Libia e gli incapaci al governo rinviano, si sottraggono e scoprono che avere tagliato incautamente più di mille unità di militari solo a dicembre 2014 non andava fatto.

La salvaguardia dei confini, la sicurezza dei cittadini e le vite di tutti possono aspettare. Bisogna andare a votare per mettere soggetti eletti nei posti chiave, perché sappiano fare a nome di tutti, e per tutti.


di Guia Mocenigo