venerdì 16 gennaio 2015
I due gruppi palestinesi, Hamas e Fatah, stanno dimostrando ancora una volta che in fatto di terrorismo sono dei maestri dell’ambiguità dicendo una cosa alla comunità internazionale, che di recente è stata buona con loro, mentre in “casa” affermano l’esatto opposto. La denuncia di Mahmoud Abbas degli attacchi terroristici di Parigi e la sua decisione di partecipare alla manifestazione contro il terrorismo tenutasi nella capitale francese è altresì un segno dell’ipocrisia e della politica dei due pesi e due misure di Hamas e Fatah.
Hamas dovrebbe essere l’ultimo a denunciare le aggressioni contro i giornalisti e la libertà di espressione. Le sua forze di sicurezza nella Striscia di Gaza continuano ad arrestare e intimidire regolarmente i giornalisti palestinesi.
Entrambi i gruppi da tempo denunciano all’estero gli attacchi terroristici mentre in terra natale fanno il possibile per reprimere e punire la libertà di espressione. I giornalisti palestinesi sono stati spesso presi di mira dalle forze di sicurezza dell’Autorità palestinese (Ap) per aver postato delle riflessioni critiche su Facebook o per aver scritto pezzi che gettano discredito su Mahmoud Abbas e l’Ap.
La condanna di Hamas dell’attacco al settimanale francese Charlie Hebdo è coincisa con un documento pubblicato dal gruppo palestinese per la difesa dei diritti umani Addameer, che ha accusato il movimento islamista di aver torturato alcuni alti dirigenti di Fatah nella Striscia di Gaza.
Secondo il rapporto, i leader di Fatah sono stati privati dei loro indumenti lasciandoli in mutande e costretti a stare al freddo per diverse ore. Nel documento si legge altresì che coloro che conducono gli interrogatori per conto di Hamas li hanno picchiati con dei tubi di plastica e gli hanno gettato addosso dell’acqua gelata.
Di fatto, solo l’anno scorso, quando era più vicina l’opportunità di essere accettati dall’Unione Europea, Hamas e Fatah hanno intensificato le intimidazioni, gli arresti e le torture dei giornalisti, in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Ma questa condotta non ha impedito ai due movimenti palestinesi di condannare la brutale uccisione dei giornalisti francesi del settimanale satirico Charlie Hebdo.
Paradossalmente, Hamas, che ha condotto centinaia, se non migliaia, di attentati terroristici contro i civili negli ultimi 27 anni, si è precipitato a rilasciare una dichiarazione di condanna della strage dei giornalisti francesi. In questa dichiarazione, pubblicata in francese, Hamas ha detto che “condanna l’attacco contro il settimanale Charlie Hebdo e (…) e insiste sul fatto che le divergenze di opinione non possono giustificare le uccisioni”.
Tuttavia, Hamas, è stato molto attento a non condannare l’attacco terroristico al supermercato ebraico di Parigi – perché il movimento ritiene che gli attacchi contro gli ebrei siano legittimi. Condannare l’uccisione degli ebrei avrebbe significato che Hamas avrebbe anche dovuto denunciare i suoi stessi attacchi terroristici contro gli ebrei in Israele.
Un altro paradosso è che poche ore prima che la dichiarazione fosse diramata alle redazioni dei media stranieri nella Striscia di Gaza, un sito web affiliato al movimento islamista, Al Resalah, ha twittato una foto dei tre terroristi francesi uccisi e li ha definiti “martiri”.
La foto è stata in seguito eliminata per evitare di causare ulteriore imbarazzo a Hamas, che ora sta facendo tutto il possibile per dimostrare alla Francia e agli altri paesi europei di essere degno della recente decisione della Corte dell’UE di rimuovere il movimento islamista dalla lista delle organizzazioni terroristiche.
La condanna di Hamas del terrorismo – che a quanto pare ha ingannato molte brave persone che sperano sinceramente che forse “è arrivato il momento” che Hamas si redima veramente – dovrebbe essere considerata come un tentativo di rabbonire l’Unione Europea e persuadere i suoi governi che avevano ragione a rimuovere Hamas dalla lista delle organizzazioni terroristiche.
Qualora si pensi che Hamas sia l’unico a compiere degli abusi, fonti vicino ad Abbas hanno detto che la sua lesta condanna degli attacchi terroristici di Parigi è dovuta all’appoggio espresso dalla Francia alla richiesta avanzata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di ottenere il riconoscimento di uno Stato palestinese. “I palestinesi sono in debito con la Francia per l’appoggio che essa ha dato alla risoluzione palestinese al Consiglio di Sicurezza”, hanno detto le fonti.
“Speriamo che il popolo francese non cambierà la propria posizione verso la questione palestinese in seguito ai recenti attacchi terroristici di Parigi.”
L’Autorità palestinese dominata da Fatah da tempo reprime e punisce la libertà di espressione in Cisgiordania. All’inizio di questo mese, Fatah ha celebrato il 50° anniversario del suo primo attacco terroristico contro Israele postando un’immagine sulla sua pagina ufficiale di Facebook, che mostrava una pila di scheletri e teschi con la Stella di David incisa su essi. Come ha fatto Hamas, anche Fatah in seguito ha rimosso l’immagine, nel tentativo di impedire al mondo di vedere come i palestiniani siano orgogliosi del gran numero di ebrei uccisi nel corso degli ultimi decenni.
Abbas è pronto a condannare gli attacchi terroristici solo se una mossa del genere soddisferà i suoi interessi. Dopo l’attacco a una sinagoga di Gerusalemme sferrato lo scorso novembre, solo in seguito alle forti pressioni esercitate dal segretario di Stato John Kerry, Abbas è stato costretto a rilasciare una dichiarazione di condanna.
I membri di Fatah hanno poi ammesso che la condanna del loro leader non era affatto sincera e che è scaturita unicamente a seguito delle pressioni internazionali.
In realtà, i media e gli alti dirigenti di Abbas continuano a magnificare i palestinesi che compiono attacchi terroristici come quelli perpetrati dai terroristi francesi. Essi non riescono mai a parlare dei perpetratori come “martiri” ed “eroi”. Nonostante la sua condanna degli attacchi terroristici contro Israele, Abbas non ha lesinato alcuno sforzo per elogiare i palestinesi che colpiscono gli israeliani. Un buon esempio dell’ambivalenza di Abbas è un episodio del novembre scorso, quando egli ha inviato una lettera di condoglianze alla famiglia di un palestinese che a Gerusalemme ha sparato e ferito gravemente il rabbino e attivista ebreo Yehuda Glick. Nella missiva, Abbas ha scritto che l’aggressore, poi ucciso nel corso di una sparatoria con la polizia, “andrà in paradiso da martire per aver difeso i diritti del nostro popolo e dei suoi luoghi santi”.
Hamas e Fatah cercano ancora una volta di ingannare gli europei e il resto del mondo, fingendo di stare dalla parte di chi si oppone alla violenza e al terrorismo. Questo sta accadendo in un momento in cui i gruppi continuano a giustificare il terrorismo e magnificano i terroristi.
Traduzione a cura di Angelita La Spada
di Bassam Tawil (*)