Ucraina, il rischio della estrema destra

giovedì 20 novembre 2014


Era stata una delle accuse rivolte dal deposto presidente ucraino Janucovych e dai filo-russi che, dietro la rivolta di piazza Meidan a Kiev e nel resto del paese a gennaio di quest’anno, vi fossero elementi dell’estrema destra e vicini ai movimenti neo nazisti ucraini. Lo stesso Putin aveva dichiarato in più occasioni di essere preoccupato ed allarmato per la deriva neo-nazista della vicina Ucraina e aveva utilizzato l’argomento per inviare uomini e mezzi a sostegno dei partiti e delle minoranze filo-russe.

Quello che è vero, senza voler entrare nel dibattito sulla svolta europeista ed occidentale di Kiev e sulla reazione di Putin, è che l'estrema destra ucraina ha guadagnato negli ultimi mesi sempre maggiori spazi e consensi. Il presidente della Repubblica, Petro Porosenko, uscito trionfante dalle elezioni del 25 maggio scorso, e il primo ministro Arsenij Jacenjuk sono certo molto lontani dall’ideologia dell’estrema destra e non possono essere avvicinati ai movimenti neo-nazisti ucraini, come certa propaganda russa vorrebbe dipingere.

Ma le autorità a Kiev e nelle altre principali città del paese e l'opinione pubblica appaiono indifferenti di fronte al pericolo che viene dall’estrema destra e dalle forze neonaziste; il ministero degli interni ha addirittura nominato loro elementi di spicco in posizioni importanti nelle forze di sicurezza nazionali. La destra ucraina è divisa in due grandi blocchi, entrambi ultranazionalisti: l'Unione Pan-Ucraina Libertà, Svoboda in lingua ucraina, fondata a Leopoli, nella parte occidentale del paese, nell’ottobre del 1991 con il nome di Partito Nazionalista e Socialista d'Ucraina, poi cambiato nel nome attuale nel 2004, dall’urologo Oleh Tjahnybok.

Il nome Partito Nazional-Socialista è secondo molti un riferimento intenzionale al partito nazista di Adolf Hitler, dal quale è stato tratto anche il logo, la runa Wolfsangel su fondo giallo (in tedesco "dente di lupo") adottato da numerose unità militari della Germania nazista e simbolo di molti movimenti neonazisti europei. Nei primi anni l'adesione al partito era limitata ai soli ucraini (non quindi a chi avesse avuto genitori russi o di altri paesi), atei o ex membri del Partito comunista non erano ammessi mentre skinheads e hooligans erano benvenuti e in grande numero. L’ideologia comunista è per Svoboda il male assoluto, così come nemici inconciliabili sono quanti si oppongono alla rivoluzione ucraina. Il partito di Tjahnybok è membro dell’Alleanza Europea dei Movimenti nazionalisti, di cui fanno parte il Fronte Nazionale in Francia, la Fiamma Tricolore in Italia, il Partito Nazionale in Gran Bretagna ed altri movimenti di estrema destra. Auspica in Ucraina una forma di governo presidenziale, l'abolizione dell'auto dichiarata indipendenza della Crimea e la sospensione delle concessioni alle regioni con minoranze etniche, l’adesione immediata alla NATO e l’installazione di armi nucleari sul territorio nazionale. Gli iscritti sono attualmente circa ventimila ma il numero è destinato a crescere sensibilmente dopo la rivolta di piazza Maidan.

Alle elezioni di maggio, Svoboda non è riuscito a superare la soglia di sbarramento del 5 per cento per entrare in parlamento, attestandosi al 4,7. Non è stato in grado di ripetere il successo del 2012, quando ottenne il 10,4% dei consensi e 38 seggi, sull’onda della popolarità ottenuta nella battaglia elettorale frontale contro l’ex presidente Viktor Janukovych. I deputati di Svoboda si distinsero in quella legislatura per gli episodi di risse in aula con esponenti dell’allora maggioranza e con membri del governo, che vennero ripresi in televisione e fecero il giro del mondo. L’altro blocco ultranazionalista è il “Settore Destro” (in ucraino Pravyi Sektor), che raggruppa diverse organizzazioni, alcune di facinorosi e paramilitari, di estrema destra, che si è formato nel corso delle manifestazioni di piazza di gennaio. I membri del Settore Destro si sono contraddistinti negli scontri con le forze di polizia fedeli al vecchio regime; la stampa russa, riferendosi a loro in quei giorni, li definì “terroristi fascisti” infiltrati tra i manifestanti che lanciavano bombe molotov e sparavano sulle forze dell’ordine poste a difesa dei palazzi governativi. Deposto Janukovych e formato il nuovo governo, il movimento ha dato poi vita ai battaglioni di volontari, inquadrati sotto il ministero degli Interni, che sono partiti per la Crimea e il Donbass a combattere a fianco dei soldati di Kiev contro i filo-russi. L'ideologia del Settore Destro è di estrema destra, ultranazionalista e si pone come difensore della nazione ucraina contro tutte le influenze straniere, russe e occidentali.

Il Settore Destro, ormai organizzato in un vero partito politico, ha raccolto alle elezioni di maggio l’1,8 per cento dei voti, sottraendo consensi a Svoboda. Sarebbe miope affermare, sulla base dello scarso risultato elettorale delle ultime elezioni, che l'estrema destra ucraina è insignificante; al contrario, i suoi slogan ultranazionalisti, e per certi aspetti xenofobi e razzisti, hanno conquistato la retorica di molti politici ucraini, centristi e liberali. Fuori dal Parlamento, Svoboda e il Settore Destro stanno criticando il nuovo governo sui temi nazionalisti per una presunta debolezza nei confronti di Mosca e lo accusano di incapacità per il deterioramento della situazione economica. In parlamento, l’estrema destra può comunque contare su 13 deputati alleati che sono stati eletti, fuori dalla soglia di sbarramento, nei collegi uninominali o perché inseriti nelle liste di altri partiti. Tra questi spicca Andriy Biletsky, eletto a Kiev con il sostegno del Fronte Popolare, capo del battaglione di volontari “patrioti”, con simboli e slogan neo-nazisti, Azov, che è stato coinvolto in odiosi crimini a sfondo razzista contro le minoranze nelle zone autonomiste filo-russe.

Inoltre il ministero degli interni ha nominato nei ranghi dei servizi di sicurezza altri esponenti di spicco dell’estrema destra, con passati neo-nazisti.

La pressione di Mosca sull’Ucraina è insostenibile; il coinvolgimento di agenti russi al fianco delle milizie secessioniste è ormai provato e i carri armati mandati dal Cremlino sono schierati da settimane alle frontiere; i rischi di un conflitto armato si fanno sempre più incalzanti. Ma il governo di Kiev deve mantenere i nervi saldi e non ricorrere ad elementi ultranazionalisti e neo nazisti che poco hanno a che fare con le legittime aspettative di democrazia del popolo ucraino e che potrebbero invece incendiare ulteriormente ed irreparabilmente gli animi. La strada verso l’Europa e l’Occidente non passa per l’estremismo.


di Paolo Dionisi