venerdì 19 settembre 2014
Quando si fa riferimento a New York, il primo pensiero va naturalmente a Manhattan. E quando si fa riferimento agli italoamericani di New York, si pensa a Little Italy, o a East Harlem, o ad Arthur Avenue nel Bronx. Ma il distretto di New York con la più alta percentuale di abitanti di origine italiana è decisamente Staten Island. Per dire di più, Staten Island (anche detta Richmond County) è la Contea con la più alta percentuale di italoamericani di tutte quelle in cui sono divisi gli Stati Uniti. Circa il 35,7% dei residenti di Staten Island ha origine italiana.
Dal 1955, come a dire negli ultimi 60 anni, il distretto di Staten Island ha avuto 7 presidenti, e solo uno di loro non era italoamericano. Con una premessa del genere, è facile capire perché è importante per la nostra rubrica incontrare la persona che è al centro della principale istituzione italiana nell'isola, Casa Belvedere (nella foto), che in pochi anni ha già raggiunto il risultato di essere conosciuta da ogni newyorkese che ama l'Italia: Gina Biancardi.
Gina, tu hai fondato e sei la Presidente di Casa Belvedere, la Fondazione di Cultura Italiana a Staten Island, NY. Come e quando hai avuto l'idea di fondare questa istituzione, ospitata in una bella villa dei primi anni del secolo scorso?
L'idea mi è venuta quando ho visto questa bella villa, che presenta un'architettura molto simile ai palazzi italiani che ho visitato quando ho viaggiato in Italia. Le belle colonne ornate, le mattonelle di terracotta del tetto, la terrazza anteriore e posteriore mi ha ricordato una villa italiana, particolarmente all’esterno. I miei figli vanno a scuola dall'altra parte della strada alla Notre Dame Academy, e io continuavo a vedere questo cartello "in vendita" ... era un momento di transizione nella mia vita professionale, stavo pensando di cambiare rispetto alla mia precedente carriera nel marketing e nelle pubbliche relazioni al The CollegeBound Network, una società online di reclutamento scolastico: era il momento giusto.
Ho sempre voluto vedere più istituzioni culturali che promuovessero la lingua, la musica, l'arte, la cucina italiana negli Stati Uniti: ne conosco alcune, ma non molte, e certamente non è mai abbastanza. Questo è qualcosa che ho sognato di fare da quando ero una ragazzina. A 19 anni ho c0-fondato un'associazione chiamata "Fieri" (per significare il nostro orgoglio per il nostro patrimonio). Abbiamo iniziato il primo club nel Bronx (che è dove sono nata) e poi siamo riusciti a fondarne altri a Brooklyn, a Manhattan, a Staten Island e nel Queens. L'associazione è cresciuta su scala nazionale e anche internazionale – c’erano club anche in Canada. Ma le sue attività erano maggiormente di carattere sociale e ricreativo, di networking.
Sono molto orgogliosa di essere italoamericana, di avere sangue italiano: ho legami con l'Italia molto forti. I miei genitori emigrarono negli Stati Uniti nel 1960, erano sempre con un piede in Italia e uno negli Stati Uniti. Eravamo soliti andare in Italia ogni estate per visitare i miei nonni e la mia famiglia e godere del loro calore, dell'amore, dell'ospitalità. Penso a loro tutto il tempo!
Questo orgoglio è così forte in me che volevo davvero creare qualcosa per esprimerlo, un'organizzazione dedicata a promuovere l'Italia e preservarne i valori come la famiglia, le tradizioni, la cultura, la lingua, la cucina ... Un posto speciale per creare lo stesso calore e l'ospitalità che si prova quando si entra in una casa italiana, o si visitano i propri parenti in Italia. Così, quando l'occasione si è presentata, ho acquistato questa villa e l’ho chiamata “Casa Belvedere”, per la sua vista spettacolare del ponte di Verrazano e del molo di New York. Sono passati 5 anni dalla nascita della Fondazione di Cultura Italiana Casa Belvedere. Ho iniziato a vivere il mio sogno, senza alcun aiuto dalla città o dallo Stato di New York, al momento; ma per fortuna ho avuto aiuto da parte di alcuni donatori privati locali. Nel frattempo la villa aveva bisogno, ed ha ancora bisogno, di tanto lavoro. Trasformare un vecchio edificio in un ente pubblico è molto più difficile che offrire queste attività in una università o in un centro specifico appositamente creato: è una sfida davvero grande!
All’inizio è stato necessario fare tutto quanto previsto dalla legge per rendere l'edificio adattabile ad uso pubblico, compresa l'accessibilità per i disabili, le precauzioni di sicurezza e molto altro ancora, di modo da avere tutti i permessi rilasciati dalle autorità competenti di New York. Gli italiani possono pensare che sia più facile negli Stati Uniti, ma in realtà qui la burocrazia è complicata come in Italia.
Che tipo di attività organizzate a Casa Belvedere?
Abbiamo corsi di lingua italiana per bambini dal livello elementare a quello di scuola superiore, e per gli adulti; abbiamo "Cinema sotto le stelle", una rassegna cinematografica gratuita sul grande prato davanti alla villa, dove mostriamo film italiani di 50 anni fa, i classici, ma anche film italiani contemporanei; facciamo mostre d'arte; facciamo conferenze e presentazioni sulla cultura italiana; abbiamo corsi di cucina nella nostra bella e rinnovata "Cucina Colavita", grazie al supporto delle famiglie Colavita e Profaci. Teniamo classi di cucina originale italiana sia del nord che del sud. Seguiamo e replichiamo alcune delle tante feste celebrate in Italia come ad esempio il Carnevale, e abbiamo per il 2 giugno la nostra Festa della Repubblica: tutto ciò che ha a che fare con l'arte e la cultura italiana, trova posto a Casa Belvedere.
Staten Island ospita una grande comunità di italoamericani. Ti chiediamo di descrivere ai nostri lettori chi sono questi connazionali, e come tutti insieme mostrano l’orgoglio di essere italiani.
Io sono nata e cresciuta nel Bronx. Mi ricordo che da piccola ero circondata da altre famiglie italiane, ed ognuna, come la mia, cercava di mantenere vive le tradizioni italiane: la verdura, la frutta e le piante di erbe in giardino, fare il vino, parlare italiano in casa ... era come crescere in una piccola città in Italia ... Poi nel 1993, quando sono venuta a Staten Island, appena sposata, ho avuto modo di conoscere la comunità italiana qui e ho notato che c'erano molti italoamericani di seconda, terza o anche quarta generazione, ma nessuno (o molto pochi) di prima generazione. Molti Staten Islanders di origine italiana hanno nonni o addirittura bisnonni emigrati dall'Italia negli Stati Uniti, ma non i loro genitori, come me. Quindi il loro rapporto con l'Italia non è così forte e non sempre c'è l’esatta consapevolezza di cosa significa veramente essere "Italiano". Purtroppo per tanto tempo sono stati esposti solamente agli stereotipi negativi contro l'Italia e gli italiani. Casa Belvedere riempie quel vuoto, quel bisogno di collegarsi alle loro radici e conoscere la vera storia italiana! La nostra è una comunità molto grande, di almeno 175.000 persone!
E’ utile ricordare che Staten Island è anche il luogo dove visse Antonio Meucci, l'italiano che a New York ha inventato il primo telefono; e che in casa sua ospitò anche Giuseppe Garibaldi dal 1851-1853.
Giusto. Sono interessata a lavorare più a stretto contatto con il museo Garibaldi-Meucci: dobbiamo lavorare insieme, e non separatamente, per il nostro comune desiderio di diffondere la cultura e la storia italiana. Non credo che loro abbiano abbia la visibilità e le visite che meriterebbero, a causa della loro posizione, nell’isola. Se il Museo Garibaldi-Meucci fosse accanto a Casa Belvedere, che si trova in una location molto frequentata, con la St. John University, il Wagner College e la Notre Dame Academy sulla stessa strada, il loro museo potrebbe davvero aumentare di molto le sue visite.
Quindi stai suggerendo che il Garibaldi-Meucci si sposti dove si trova Casa Belvedere?
Sì, naturalmente! Non è così complicato, hanno già spostato la casa una volta, rispetto alla sua posizione originale: perché non farlo di nuovo per migliorare il successo e mantenere vivo il museo? Si tratta di un piccolo edificio, ma storicamente molto significativo, con manufatti appartenuti a Garibaldi e a Meucci, che ben descrive la storia di queste due grandi figure della storia italiana. Sono sicura che la casa potrebbe essere spostata di nuovo. Naturalmente ci vorrebbe qualche finanziamento per farlo, ma credo che possa essere trovato, se si coinvolgono le persone giuste.
Per me Casa Belvedere è un sogno, e quando si trovano altre persone con lo stesso sogno come il nostro, perché negarsi la possibilità di collaborare? Anche in questo caso, non c'è alcun motivo per cui il Museo Garibaldi-Meucci e Casa Belvedere non dovrebbero lavorare insieme, "fianco a fianco", sia in senso figurato che anche logisticamente: abbiamo una forte sinergia.
La comunità italiana a Staten Island vedrà quest'anno grandi cambiamenti per la celebrazione del Columbus Day. Puoi dirci qualcosa di più?
Sì, siamo stati determinanti per l'introduzione di un nuovo modo di celebrare il Columbus Day a Staten Island. In passato lo abbiamo fatto in modo tradizionale con la parata, le bande musicali, marciando su e giù per questa strada molto popolare di Staten Island: musica, striscioni, bandiere italiane. Ma la gente guardava la sfilata e poi andava via. Cosa stavano realmente imparando circa la cultura italiana? Abbiamo immaginato che la festa dovesse essere più educativa. Così il nuovo Presidente del distretto di Staten Island, James Oddo, ha deciso che era giunto il momento di fare un cambiamento, per aiutare gli italiani di seconda e terza generazione a Staten Island a riconnettersi con le loro origini italiane: per riportarli alla loro storia, per insegnare loro ciò che significa davvero essere italiani, per capire le loro radici. La nuova celebrazione seguirà gran parte della stessa mission e degli obiettivi di Casa Belvedere.
Il Presidente Oddo ha proposto di farlo in una famosa e storica zona di Staten Island chiamata Richmond Town. L'evento si chiama "Rome through Richmond Town: A Celebration of Italian Culture” e si terrà l’11 ottobre da mezzogiorno alle 18:00. Sarà gratuito per il pubblico, e anche se non ci sarà una sfilata, sarà caratterizzato da spettacoli musicali, mostre d'arte ed altre attività educative e divertenti. Ci sarà anche il Museo Garibaldi-Meucci. Non c’è solo il cibo e il vino, anche se questi ovviamente saranno parte dell’evento: ma vogliamo mostrare tutti i diversi aspetti dell'essere italiani.
Parliamo prossimi progetti di Casa Belvedere ...
Ora stiamo lavorando sul nostro più grande evento di raccolta fondi, che facciamo ogni anno, e che si terrà il 27 e il 28 settembre: "Motori d'Italia/Festa d'Italia". Avremo in mostra molte eccezionali automobili italiane di lusso, sia nuove che classiche: Lamborghini, Ferrari, Maserati, Alfa Romeo e anche Fiat; ma anche veicoli a due ruote da Ducati e Piaggio. A questo evento partecipano di solito persone che vengono da tutto il tri-state area (gli Stati di New York, New Jersey e Connecticut) per vedere le magnifiche auto e moto italiane in mostra sul prato di fronte a Casa Belvedere. Ci saranno anche spettacoli musicali dal vivo, classici Sinatra e anche artisti contemporanei, e programmi educativi, da "Come fare il vino" a dimostrazioni di cucina regionale italiana. Inoltre, quest'anno farà il suo debutto un evento molto speciale chiamato "The greats", una mostra di almeno 100 foto autografate, che catturano momenti nel tempo e raccontano le storie di leggendari eroi italoamericani dello sport come Joe di Maggio, Yogi Berra, Rocky Marciano, Mario Andretti e tanti altri. Questa mostra è molto importante anche per il nostro futuro: quando avremo raggiunto l’obiettivo di raccogliere i fondi sufficienti per rinnovare il resto dei 14.000 metri quadrati di Casa Belvedere, abbiamo intenzione di aprire l’“Italy-America Hall of Fame Museum”, e la mostra “The Greats” farà parte della collezione permanente del Museo.
Ma il nostro non sarà il tipico museo: vorremmo proporre al nostro pubblico mostre a rotazione, ognuna per un paio di mesi alla volta. C’è abbondanza di materiale da mostrare sugli Italiani e gli italoamericani, e i loro significativi contributi in molti settori: cinema, arte, musica, moda, arte culinaria, servizio pubblico, sport e tanto di più. Speriamo di coinvolgere molti altri grandi benefattori per poter rendere reale questa vision, compreso lo spostamento del Garibaldi-Meucci Museum al Campus Belvedere e l’apertura dell’“Italy-America Hall of Fame Museum”. A Casa Belvedere stiamo raccontando una bella storia! Per questo,e per ulteriori informazioni, i tuoi lettori possono visitare il nostro sito
www.casa-belvedere.org o scrivere a [email protected].
di Umberto Mucci