Mohamed VI, riforme per il Marocco

giovedì 7 agosto 2014


Ambizioso e innovativo. Se si dovesse riassumere con due parole il discorso programmatico del re del Marocco, Mohammed VI, in occasione del quindicesimo anniversario della sua ascesa al trono, lo si potrebbe fare in questi termini. “Sono stati quindici anni di riforme verso la democrazia e i diritti umani”, ha affermato Sua Maestà, aggiungendo che il Marocco “si sta preparando a mettere in campo la regionalizzazione avanzata del paese”.

In sostanza si tratta di un progetto di stampo federalista che ha come fine quello di dare maggiore autonomia alle regioni del paese, con un occhio di riguardo a quelle meridionali. Re Mohammed, poi, ha rassicurato circa l'impegno del Marocco ad adottare “politiche di cooperazione nei confronti degli altri paesi africani, una politica coerente e armoniosa, basata sullo sfruttamento comune delle risorse, la promozione dello sviluppo umano e il rafforzamento della cooperazione economica".

Tutta via non è mancata una stoccata all’Algeria per la decisione di tenere chiusi dal 1994 i suoi confini di terra. "Le divergenze tra noi e l'Algeria stanno boicottando il cammino dell'Unione del Maghreb – ha detto - anche i paesi dell'Unione Europea hanno divergenze tra loro ma questo non ha impedito che andasse avanti la loro unione". Inoltre secondo il Re "qualsiasi siano le divergenze non giustificano la chiusura dei confini di terra con noi e il cittadino marocchino non riuscirebbe mai a comprenderle.

I capi di Stato che incontro durante i miei viaggi mi dicono che non comprendono le ragioni di questa chiusura". Ma l’innovazione e l’ambizione del monarca sono venute fuori quando ha affrontato il tema cruciale dell’economia, che vede il Marocco crescere anno dopo anno, nonostante la crisi globale che perdura dal 2009. Mohammed ha infatti chiesto alle autorità internazionali di svolgere “uno studio per misurare il valore complessivo del Marocco tra il 1999 e la fine del 2013" sottolineando come questa debba essere un capitale, un criterio fondamentale nella gestione della cosa pubblica, affinché tutti i marocchini possano beneficiare della ricchezza del proprio paese.

Il Regno del Marocco, così, entra nel gruppo ristretto di quei pochi paesi che hanno deciso, in modo proattivo, di lanciare un progetto innovativo come quello della valutazione periodica della sua ricchezza nazionale. Una scelta coraggiosa e rischiosa allo stesso tempo. Secondo le stime della Banca Mondiale, la ricchezza complessiva del Marocco è aumentata in dollari di quasi il 75% tra il 2000 e il 2013, con un tasso di crescita medio annuo del 4,4%. A questo va aggiunto un periodo caratterizzato da significative e profonde riforme nel paese, che fanno del Marocco una piazza discreta e dinamica per chi vuole investire fuori dall’Europa.


di Beppe Cipolla