Le verità nascoste del volo MH17

martedì 22 luglio 2014


Solo ieri, i primi tre esperti olandesi hanno avuto il permesso di salire a bordo del treno, fermo nella località di Torez, in cui sono stati custoditi i corpi delle vittime del volo MH17 della Malaysian Airlines, abbattuto in Ucraina. I ribelli pro-russi, negli ultimi giorni, hanno raccolto 272 corpi (su 298), li hanno impilati in camion e trasportati nel vagone frigorifero del treno di Torez. Il modo ben poco sensibile e lo scarso rispetto per le vittime con cui i guerriglieri hanno compiuto questa operazione (alcuni dei corpi, secondo media presenti nella zona, sarebbero stati trascinati a terra) non ha mancato di far discutere anche la diplomazia occidentale. Nel corso degli ultimi giorni, il relitto dell’aereo malese è rimasto in balia di civili e militari, i bagagli sono stati saccheggiati. Le scatole nere, prelevate dalle autorità dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, saranno prossimamente consegnate al governo della Malesia. L’annuncio della loro prossima consegna è arrivato, anch’esso, solo ieri. E nel frattempo, da giovedì a venerdì, come si spiegano il silenzio e la chiusura dell’area dell’abbattimento?

Una smentita è una notizia data due volte, si è soliti dire in ambiente giornalistico. Nel momento in cui tutti i riflettori sono puntati sulla Russia, per l’abbattimento dell’MH17 sui cieli di Donetsk, da Mosca non arrivano altro che smentite. Il Cremlino nega di avere a che fare con questo episodio, nega, anche contro l’evidenza dei fatti di questi quattro mesi, di avere a che fare con i guerriglieri irregolari filo-russi che combattono nell’Ucraina orientale.

“Cosa stanno cercando di nascondere?” chiede Obama ai russi e ai loro alleati in Ucraina orientale. Obama non ha sufficienti elementi per condannare direttamente la Russia, ma lascia intendere di saper già che è Mosca la responsabile del massacro. Se non altro perché ha una “responsabilità diretta” sulle azioni dei guerriglieri di Donetsk. È Mosca che dovrebbe convincerli, o costringerli, ad aprire le porte a tutte le ispezioni richieste in un’indagine internazionale. Il presidente statunitense è tornato ad accusare i guerriglieri di nascondere o distruggere le prove. Al presidente Obama si uniscono, in coro, anche il premier olandese Mark Rutte (i due terzi delle vittime sono olandesi) e il premier britannico David Cameron, il quale conferma come vi siano “solide prove” sulle responsabilità russe nell’abbattimento. Anche la stampa russa, oltre a preoccuparsi per le conseguenze economiche di questo disastro (il timore di un’ulteriore fuga di capitali e di nuove sanzioni statunitensi ed europee) continua a battere la pista della cospirazione ucraina e occidentale. Si dice che l’aereo sia stato mandato apposta allo sbaraglio in una rotta proibita, quando invece stava percorrendo una rotta regolare ad una quota regolare. Si parla addirittura di finti cadaveri, persone morte da molti mesi seminati nel luogo dell’abbattimento.

Come nelle migliori teorie cospirative si pensa che addirittura i frammenti dell’aereo non corrispondano a quello realmente abbattuto perché sarebbero sparsi in “un’area troppo ristretta”. Il settimanale Novaya Gazeta, tradizionalmente critico nei confronti del Cremlino, punta invece il dito contro Mosca: “Praticamente non vi sono dubbi che l’aereo di linea sia stato abbattuto dai separatisti (filo-russi, ndr)”, si leggeva nell’editoriale di ieri. Su un punto sono tutti convinti: l’abbattimento del volo Mh17 non farà altro che aumentare la pressione economica sulla Russia.

Il presidente Barack Obama, sostenuto dai governi di Gran Bretagna e Olanda, vorrebbe alzare il tiro, con sanzioni più pesanti. A Mosca e fra gli uomini d’affari che vivono e lavorano all’estero, questa volta l’allarme suona più reale del solito. “L’élite economica e finanziaria è semplicemente inorridita – spiega alla stampa statunitense Igor Bunin, direttore del Centro per la Tecnologia Politica di Mosca – nessuno vuole parlare francamente, perché c’è sempre l’implicita minaccia di ritorsioni. Ogni segno di ribellione li potrebbe schiacciare”. “La minaccia di nuove sanzioni contro interi settori dell’economia è ora autentica e fornisce dei validi motivi per preoccuparsi – dichiara Mikhail Kasijanov, ex primo ministro russo dal 2000 al 2004 – se venissero approvate nuove sanzioni contro l’intero sistema finanziario, l’economia collasserebbe in sei mesi”. Alexander Lebedev, comproprietario della Novaya Gazeta, nonché di quattro giornali britannici (fra cui il The Independent) è ancora più pessimista: “L’orologio è stato riportato indietro agli anni ’80, al culmine della Guerra Fredda. Ma almeno negli anni ’80, le due parti si contenevano a vicenda. Ora abbiamo già una guerra in corso, dunque è peggio”.


di Stefano Magni