La “Festa Italiana”, orgoglio di Milwaukee

giovedì 17 luglio 2014


Tra le oltre trecento feste che ogni anno celebrano l’Italia negli Stati Uniti, un numero che sembra impossibile ma è invece reale, oggi la nostra intervista ci porta a Milwaukee, Wisconsin. Ammettiamolo, questa non è la prima città che viene in mente quando pensiamo ai luoghi americani dell’emigrazione italiana. E probabilmente non è nemmeno nella top ten. Eppure, ogni anno una enorme festa mostra con grande successo un incredibile interesse, amore e passione per l’Italia, qualcosa che noi che viviamo nel Belpaese non potremmo immaginare. L’evento si svolge dal 18 al 20 luglio e ne parliamo con Bill Jennaro, ex presidente della Festa e ora “solo un volontario”.

Bill, ti ringrazio molto per il tuo tempo. Ci dici qualcosa sulla Festa Italiana a Milwaukee?

È una celebrazione delle origini, della cultura e del cibo italiano. Si trova sulle splendide rive del Lago Michigan, uno dei cinque grandi laghi degli Stati Uniti. La location, il Summerfest Grounds, è una struttura dove spesso vengono organizzati eventi; è gestita da un'organizzazione chiamata Summerfest e composta da persone molto simpatiche. Il direttore è per metà italiano, sua madre era calabrese. Il suo aiuto è fondamentale. Ogni estate ci sono molti festival etnici in questa struttura: italiano, polacco, tedesco, irlandese, messicano, indiano, arabo, più un Gay Pride: quindi otto festival ogni estate. La più antica è la Festa Italiana, che iniziò quasi quarant’anni fa, dall’unione di quattro street festival che si tenevano in estate a Milwaukee. Ogni anno questi festival avevano luogo in quello che era chiamato il quartiere italiano “Little Italy”, più antico della città. Le persone che partecipavano non erano solo italiani; tutti apprezzavano la cultura, il cibo e la musica, qualsiasi fosse la loro origine. Poi, a metà degli anni Cinquanta, un grande rinnovamento urbano, a causa della costruzione della superstrada, cambiò il quartiere: gli italiani dovettero andare via, le loro case e proprietà vennero confiscate per fare spazio alla superstrada. Così i festival si interruppero. Alcune persone a Milwaukee, non solo coloro che vivevano in quella zona che come distretto politico è stato chiamato “third ward”, ebbero l’idea di allestire un nuovo festival più grande, nella zona del Summerfest, che era in fase di sviluppo sul fronte lago. Lavorarono insieme organizzazioni e persone singole. Quando fu annunciato nessuno sapeva se questa idea avrebbe avuto successo: ora abbiamo più di 100mila persone che partecipano a ogni edizione. Il festival è un evento di tre giorni. Il successo della Festa Italiana portò altri gruppi etnici a prendere in considerazione un simile evento per celebrare la loro cultura. Così il sindaco di Milwaukee, Henry Maier (primo cittadino per ben ventotto anni), di origine tedesca, mise insieme tutte le associazioni, perché i tedeschi rappresentano il primo gruppo etnico d’origine qui a Milwaukee e in tutto lo Stato del Wisconsin. Così il sindaco insistette per avere un festival tedesco, con queste parole: “Se possono farlo gli italiani, possiamo farlo anche noi”. E così l’anno successivo nacque il festival teutonico e poi gli altri che ho citato. Ma noi italiani siamo stati i primi.

Quali attività si svolgono durante la Festa?

Abbiamo 2mila volontari per aiutarci con tutto ciò che accade durante i tre giorni. Abbiamo quaranta stand enogastronomici e cinque diverse aree per la musica, italiana e non: ogni anno cerchiamo di avere un gruppo musicale dall’Italia. Quest'anno siamo entusiasti di avere con noi Patrizio Buanne. E, ovviamente, la domenica c’è una messa. Abbiamo una superficie espositiva dedicata ogni anno a una delle tante diverse culture regionali d'Italia, con costumi e tradizioni, artigianato e turismo: quest'anno il nostro ospite sarà la Lombardia. C'è un torneo di bocce; c’è una parata e un’area che è completamente dedicata ai bambini. Verranno proiettati film italiani. Abbiamo una sezione dedicata alle ricerche genealogiche. E, naturalmente, il cibo e la cucina giocano un ruolo molto importante durante tutti i tre giorni della manifestazione. Abbiamo una zona protetta – chiamata Lagoon – proprio sul’acqua del Lago Michigan, con quattro gondole a nostra disposizione. Abbiamo anche una mostra di musica lirica e un’altra molto bella con le foto degli italiani emigrati a Milwaukee molto tempo fa. Abbiamo anche una replica del Colosseo.

Ogni anno, centinaia di festival e feste celebrano l'Italia in tutti gli Stati Uniti: sia nelle grandi città e nei piccoli centri, probabilmente in ogni Stato c'è almeno un evento simile al vostro. Qual è il significato di questa serie di appuntamenti annuali a cui partecipano migliaia di persone non necessariamente di origine italiana?

Sono stato in Italia numerose volte e ogni volta mi reco in Sicilia. Ho visto feste, sembra che ogni città abbia la sua. Questo ha molto a che fare con la religione: ogni stanza della mia casa aveva una foto di San Rocco, il santo di mia madre. Lei era di Bari mentre mio padre era siciliano: tutti gli immigrati italiani facevano così, erano e sono ancora molto orgogliosi dell'adorazione per i loro santi, come un modo per dimostrare l'amore per la loro comunità. Questo è il motivo per cui ci sono molte feste e festival in giro per gli Stati Uniti come la Festa Italiana. A me piace molto anche la Festa di San Gennaro nella originale “Little Italy” di New York, a causa del mio nome di famiglia che in origine era Gennaro e divenne Jennaro nel 1921, quando qualcuno che doveva scrivere il nome della famiglia di mio nonno disegnò una “G” che sembrava una “J”. Da quel momento in poi diventammo gli unici Gennaro con la “J”.

Qual è la storia dell’emigrazione italiana in Wisconsin?

La maggior parte degli immigrati italiani a Milwaukee era di origine siciliana, mentre a Kenosha, non lontano da qui, molti venivano invece dalla Calabria. Qui a Milwaukee c’era anche un gruppo di italiani che provenivano dalle Dolomiti. Questo ultimo gruppo rappresentava un diverso tipo di emigrazione: alcuni di loro già parlavano inglese, avevano un’istruzione scolastica e per questo si integrarono più velocemente rispetto agli altri. Poi si spostarono e crearono un nuovo quartiere a Milwaukee, chiamato “Bay View”, sulla riva sud-est della parte di Milwaukee affacciata sul Lago Michigan. I siciliani erano per lo più non istruiti. Arrivarono in quello che era in quel momento il quartiere irlandese, al centro di Milwaukee, e agli irlandesi in realtà non piaceva questa gente così diversa da loro: li volevano fuori e non facevano nulla per nascondere questo sentimento. Eppure, nel tempo quello che una volta era il quartiere irlandese ha finito per essere il quartiere italiano. Anche se questi due gruppi di persone, uno dal nord Italia e l’altro dal sud Italia, erano costituiti da immigrati provenienti dallo stesso Paese che sbarcarono nella stessa città, non si parlavano tra loro. Erano due colonie separate e lo sono state per molti anni.

Ci sono molti nuovi italiani, arrivati di recente? E chi sono?

L’emigrazione qui si fermò dopo la metà degli anni Venti a causa del sistema di quote introdotto dagli Stati Uniti. Dopo di allora, i numeri calarono. Così Milwaukee ha una buona comunità italoamericana, fatta dai figli e nipoti di coloro che sono venuti qui all'inizio del secolo scorso: siamo la generazione di successo, che ha avuto la possibilità di avere una vita migliore grazie ai sacrifici dei quelli che vennero all'inizio del Ventesimo secolo, fino alla metà degli anni Venti. Molti italiani passarono da qui, ma poi si spostarono in altri luoghi degli Stati Uniti o altrove. Non ci sono molti italiani arrivati di recente. Ci sono alcuni professori, e medici: si tratta di un tipo diverso di emigrazione rispetto al primo, sia per il numero di coloro che arrivano, sia per il loro livello di istruzione e per la loro professione.

Il Wisconsin è proprio accanto al Minnesota, dove recentemente il Consiglio comunale di Minneapolis ha votato all'unanimità per rinominare il Columbus Day “Indigenous Peoples Day”. Pensi che questo, un giorno, possa accadere anche in Wisconsin?

Molte cose brutte sono successe ai nativi americani, per mano dei non nativi americani, chiunque essi fossero. E molto pochi di loro erano italiani. Gli italiani erano gli esploratori, ma non i conquistatori. Così chi sta cercando di dare la responsabilità di questo e le colpe sulle spalle di Cristoforo Colombo, non sta facendo una cosa giusta, perché incolpare l’uomo sbagliato non significa affatto fare giustizia. Quindi, non so se questo potrebbe succedere qui in Wisconsin. Non mi sento di escluderlo in assoluto. Abbiamo un giorno di festa sancito dallo Stato per celebrare Cristoforo Colombo: mio nonno, il padre di mia madre, era accanto al Governatore dello Stato quando venne istituito. Abbiamo una grande comunità di nativi americani, in Wisconsin, perché quando era presidente Andrew Jackson spostò moltissimi di loro da New York e dalla Pennsylvania qui nel Midwest.

 


di Umberto Mucci