Israele, vivere le bombe con una app

martedì 15 luglio 2014


Nei telegiornali la guerra in corso a Gaza ottiene ampia visibilità. Nella tradizione del giornalismo italiano si sono sempre e solo visti i morti e le distruzioni della parte palestinese. Sino al paradosso di invertire causa ed effetto, tipico delle guerre del 2008 e 2012: “Israele bombarda Gaza, distrutti obiettivi, uccisi tot civili palestinesi. Il raid è scattato in risposta a un lancio di razzi su Sderot”. Adesso questo tipo di informazione, fortunatamente per gli utenti, non c’è più. Non è più così smaccatamente di parte come lo era una volta. I reportage da Sderot e Ashkelon, città bombardate continuamente da Hamas, adesso vengono affiancati a quelli da Gaza. Fino alla guerra del 2008 i civili israeliani erano invisibili. La guerra la si fa (e la si subisce) in due, non aveva senso continuare a documentare le vittime di una sola parte.

In questo conflitto è impossibile negare che gli israeliani siano sotto un costante bombardamento di razzi, anche per chi guarda distrattamente un solo telegiornale in tutta la giornata. Tuttavia, la propaganda riesce ugualmente ad insinuarsi, con una statistica: i morti palestinesi sono 160 (a ieri pomeriggio), quelli israeliani sono 0. Detto così, vengono in mentre due cose: i bombardamenti palestinesi sono molto rari, quando avvengono non sono pericolosi. E così sembra quasi che gli israeliani sgancino su Gaza il loro arsenale ad alta tecnologia per rispondere a qualche innocuo petardo.

Ovviamente non è così, ma stando qua non è possibile rendersene conto fino in fondo. A meno che non si usi in modo intelligente la nuova tecnologia diffusa dagli smartphone. Fino alla guerra del 2008, infatti, per sapere se era in corso un attacco di razzi di Hamas contro le città israeliane, si doveva sentire la sirena, o i messaggi alla radio. Da quando gli smartphone si sono diffusi, invece, sono iniziate a comparire anche le app della protezione civile israeliana, o di privati che lavorano per aiutarla. Ovunque tu sia, in auto, a piedi, a letto, in vacanza o in ogni caso lontano da casa e dalle sirene antiaeree della tua città, il telefono lancia un segnale acustico e ti appare in tempo reale il luogo e il minuto del bombardamento in corso. Questo è utile soprattutto per chi ha parenti nella città colpita, per sapere se va tutto bene.

Ma le app sono universali, contrariamente alle trasmissioni radio, possono essere viste e sentite ovunque nel mondo. Dunque RedAlertIsrael (questo il nome della app di questa guerra) è uno strumento utile anche per giornalisti, storici, ricercatori, politici e chiunque voglia documentare questo conflitto minuto per minuto. Che lezione si ricava scaricandola e installandola sul proprio cellulare? Dopo qualche giorno diventa una noia insopportabile: questo segnale acustico disturba in continuazione, suona o fa vibrare il telefono mentre sei a pranzo, o parli con gli amici, o stai scrivendo (è suonato due volte da quando ho iniziato a scrivere, ndr), suona di mattina presto, di notte, anche alle 2 o alle 3, a orari impossibili, cosa che fa maledire il telefono e induce a spegnerlo. Ebbene: ognuno di quei segnali è un bombardamento subito da una città in Israele.

Ogni volta che malediciamo il cellulare alle 2 di notte, in quell’esatto ci sono famiglie intere gettate nel panico dalle sirene dell’antiaerea, già in un rifugio tremanti al pensiero che la casa possa essere incenerita, o svegliate di colpo dal sonno, buttate giù dal letto per correre nel rifugio più vicino. Scorrendo la serie storica, dall’istante in cui questo articolo viene scritto a questa mattina, possiamo trovare Moatza Ezorit Hof Ashkelon (bombardamento alle 18:54), Moatza Ezorit Shaar Hanegev (18:54), Moatza Ezorit Eshkol (18:50), Moatza Ezorit Hof Ashkelon (18.49), Moatza Ezorit Eshkol (18:45), Alture del Golan (17:52), Beer Sheva (17:52), Moatza Ezorit Sdot Negev (17:50), Netivot (17:50), Moatza Ezorit Shaar Hanegev (17:36), Moatza Ezorit Shaar Hanegev (17:25), Moatza Ezorit Hof Ashkelon (17:25), ecc… Non è il caso di elencare tutti i bombardamenti registrati, perché richiederebbe troppo spazio. La frequenza è all’incirca sempre quella: un lancio di razzi ogni cinque minuti, su bersagli quasi sempre del Sud. Vi sono rari momenti in cui l’allarme non suona per qualche ora. La notte della prima giornata di guerra, per esempio, ha registrato una tregua che appare surreale, col senno di poi: un minuto dopo il sorgere del sole sono ripresi i lanci di razzi. Durante la finale del Mondiale Germania-Argentina, i miliziani di Hamas devono aver pensato di celebrare a modo loro, accanendosi sul porto di Ashkelon (almeno cinque bombardamenti solo nel corso della partita). Difficile che qualche residente israeliano si sia potuto permettere di assistere alla Tv al grande evento sportivo. Difficile, in genere, riuscire a vivere in queste condizioni.

Gli 0 morti, sempre sventolati dalla propaganda filo-palestinese più vittimista, dimostrano solo due cose: un’ottima diffusione dei rifugi e un buon funzionamento di Iron Dome, il sistema anti-missile israeliano utile anche contro razzi a corto raggio. Se ognuno di questi razzi colpisse persone indifese e scoperte, provocherebbe una strage. Per rendersene conto, occorre guardare cosa è successo a El Arish, in Egitto, ieri: un attacco di razzi di miliziani islamici di Gaza, nemici anche del governo egiziano. El Arish non si aspettava di essere attaccata, ha subito i colpi senza aver rifugi, né sistemi anti-missile ed è stata una strage: 8 morti (fra cui un bambino) in pochi minuti.

La app RedAlertIsrael non permette distrazioni, né mistificazioni: fa vedere la guerra per quella che è. Puntualmente gli anti-israeliani sono già al lavoro con altri contro-argomenti e ritengono che si tratti solo di una nuova tecnica di propaganda, utile solo per ostentare vittimismo da parte degli israeliani. Che li si voglia vedere o no, però, quegli allarmi sono reali e sono in tempo reale. Sono tantissimi, tanti da non poterli nemmeno più contare e non sono certo gli israeliani a inventarseli.


di Stefano Magni