La libertà religiosa violata in Arabia

sabato 17 maggio 2014


La questione mediorientale è negli ultimi anni particolarmente al centro di analisi e valutazioni da parte delle organizzazioni umanitarie per i diritti civili. Giovedì scorso, a Ginevra, si è riunito un gruppo di esperti di diritti umani delle Nazioni Unite lanciando un allarme per la condanna a dieci anni di carcere ed a mille frustate inferte ad un attivista e blogger dell’Arabia Saudita: Raef Badawi.

“Questa sentenza scandalosa dovrebbe essere ribaltata e il signor Badawi dovrebbe essere rilasciato immediatamente” hanno dichiarato i relatori del gruppo sui diritti umani delle Nazioni Unite, Heiner Bielefeldt, relatore sulla libertà di religione; Frank La Rue, relatore sulla libertà di espressione; Juan E. Mendez, relatore sulla tortura e il presidente del gruppo di lavoro sulla detenzione, Mads Andenas. “Badawi – hanno aggiunto i relatori – è un prigioniero di coscienza condannato per aver espresso pacificamente opinioni su questioni religiose”.

Gli esperti delle Nazioni Unite, dell’Office of the High Commissioner for Human Rights, hanno esortato il governo dell’Arabia Saudita ad “intraprendere ampie riforme per conformare il loro sistema giudiziario agli standard internazionali”. Gli esponenti dell’Office of the High Commissioner for Human Rights hanno inoltre espresso profonda preoccupazione per l’azione penale dell’Arabia Saudita, poiché “la detenzione e le accuse contro il signor Badawi sembrano essere prassi costante dell’azione penale contro le persone che pubblicamente esprimono opinioni religiose divergenti da quelle istituzionali”.

Il blogger Badawi è il co-fondatore di un sito web saudita ed è stato tratto in arresto nel giugno 2012 con l’accusa di aver fondato un sito web liberale definito come un “insulto all’Islam”, dopo aver pubblicato una serie di articoli. Durante il processo, l’avvocato di Badawi ha sostenuto che il processo durante il suo svolgimento è stato accompagnato da una serie di irregolarità e nell’assenza di imparzialità dei giudici. Gli esperti delle Nazioni Unite hanno rimembrato al governo dell’Arabia Saudita quali sono gli standard internazionali relativi al diritto di libera espressione, alla libertà di credo e all’obbligo di garantire un trattamento umanitario nel rispetto della dignità umana per i detenuti. Gli esperti di diritto umanitario hanno sottolineato che “la punizione corporale, come la fustigazione, viola il diritto internazionale che vieta la tortura e i trattamenti inumani, degradanti e crudeli”.

Da parte della Commissione delle Nazioni Unite è forte e decisa la condanna alla crudeltà delle punizioni praticate dal governo saudita, ricordando che tali trattamenti contro l’integrità fisica e psicologica di ogni individuo rappresentano un affronto alla dignità di tutti gli esseri umani. La situazione si è ulteriormente aggravata con l’arresto dell’avvocato di Badawi, processato per “aver minato l’immagine del regno”. Gli esperti indipendenti del Consiglio dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite promettono di tenere alta l’attenzione sia delle condizioni dell’attivista saudita che di tutta la popolazione soggetta alla repressione e alla violazione dei diritti civili ed individuali.


di Domenico Letizia