Diritti umani
in Indonesia

martedì 29 aprile 2014


L’Organizzazione delle Nazioni e dei Popoli non rappresentati (Unpo), in collaborazione con il Partito Radicale Nonviolento transnazionale e transpartito, ha tenuto un importante convegno organizzativo presso il Palazzo delle Nazioni di Ginevra e intitolato: “Violazioni dei Diritti Umani in Indonesia”. L’evento, di cui pochi giorni fa sono state pubblicate le relazioni, ha evidenziato le violazioni dei diritti umani perpetrate a danno delle minoranze e delle popolazioni indigene del Paese. L’evento, svoltosi in occasione della XXV sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, è stato l’occasione per lo svolgersi di una tavola rotonda di esperti sulla situazione dei diritti umani in Aceh, nel sud del Molucche e nella Papua Occidentale, evidenziando la mancanza di una tutela legale in Indonesia e fornendo una piattaforma di discussione sulle possibili vie d’uscita pacifiche.

Il dibattito, moderato da Antonio Stango (nella foto) del Partito Radicale, ha avuto inizio con una panoramica sulla situazione dei diritti umani, sostenuta con una relazione dell’esperta Marta Meijer, consulente per i diritti umani, che si è concentrata sull’Indonesia. Dopo aver fornito al pubblico una breve storia dell’Indonesia, ha presentato un’analisi delle attuali problematiche riguardanti i diritti umani attraverso tre tipologie di indicatori: indicatori strutturali, indicatori di processo e indicatori di risultato. La Meijer ha concluso evidenziando che i diritti umani in Indonesia vengono violati sia da alcune personalità che da gruppi di repressione.

Yusuf Daud, vicepresidente del Fronte di Liberazione Nazionale del Aceh-Sumatra, ha relazionato sulle stragi che hanno avuto luogo nella provincia di Aceh e sulle attuali operazioni militari da parte del governo indonesiano. Ha esortato la comunità internazionale a condannare l’Indonesia come responsabile per le violazioni dei diritti umani commessi, invitando la Repubblica d’Indonesia a far luce e giustizia sugli abusi del passato. Willem Sopacua, vicepresidente della Repubblica di Maluku-Seletan, ha relazionato sulle violazioni dei diritti politici, civili, sociali ed economici che si sono avuti nel sud del Molucche dal 1950 ai giorni nostri, repressione attuata con strumenti statali, in risposta alle aspirazioni e richieste di autodeterminazione, chiedendo all’Indonesia e alla comunità internazionale di rispettare le convenzioni internazionali sui diritti umani.

Louis Nousy, portavoce del governo nazionale della Repubblica della Papua Occidentale, ha preso parola e relazionato sulla lotta degli abitanti della Papua Occidentale da quando è divenuta parte dell’Indonesia. Ha discusso sugli arresti, le sparizioni e le torture che le popolazioni indigene della Malesia devono affrontare a causa delle loro attività politiche e di lotta contro lo sfruttamento selvaggio delle risorse locali. Ha sottolineato la difficile situazione dei rifugiati della Papua Occidentale che cercano di sfuggire alla repressione politica, chiedendo una corretta attuazione degli obblighi sui diritti umani sia a livello nazionale che internazionale.

Il convegno si è concluso con le osservazioni di Antonio Stango che ha sottolineato l’importanza di trovare una soluzione decisa e pacifica al conflitto in corso.


di Domenico Letizia