L’Obamacare ridurrà i posti di lavoro

venerdì 7 febbraio 2014


Obamacare quanto ci costi! È questa l’esclamazione di tanti americani, soprattutto datori di lavoro, di fronte al nuovo rapporto del Cbo, l’ufficio del budget del Congresso. In base a questo studio la riforma della sanità voluta da Barack Obama ridurrà di 2 milioni di unità la forza lavoro negli Stati Uniti. Come mai una riforma sanitaria riduce la forza lavoro? Proprio come avevano previsto i conservatori statunitensi, il maggior costo per i datori di lavoro, obbligati a comprare una polizza per i loro lavoratori, disincentiverà le assunzioni. Secondo il Cbo, le aziende saranno spinte a non assumere oltre il 50mo dipendente, o a non espandersi o a delocalizzare la produzione, per non finire sotto la legge che li obbligherebbe a provvedere alle spese sanitarie.

Lo stesso rapporto considera anche la possibilità che i lavoratori ormai vicini alla pensione possano lavorare per meno ore per conservare i sussidi sanitari finché non potranno candidarsi al programma Madicare, che copre (a spese del contribuente) tutti coloro che sono in età di pensione. I sussidi, inoltre, “ridurranno l’incentivo al lavoro”, secondo gli analisti della Cbo. In compenso l’Obamacare, funzionerà come una “tassa occulta sul lavoro” per coloro che ritornano a lavorare provvisti di assicurazione sanitaria. Infine, ma non da ultimo, chi troverà un impiego e sarà assicurato, si ritroverà con stipendi quasi inevitabilmente ridotti, a causa di tasse e/o multe che i datori di lavoro dovranno pagare per essere in regola con la nuova legge sanitaria.

“La classe media è già schiacciata da questo stato dell’economia e l’Obamacare non fa che peggiorare la situazione”, ha commentato il portavoce repubblicano John Boehner. I Repubblicani, d’altra parte, avevano predetto questi effetti ed ora è giunto il loro momento per passare al contrattacco, in vista delle elezioni di medio termine il prossimo novembre. La risposta della Casa Bianca è ben poco rassicurante: la riforma lascerà “la gente libera di decidere sulle proprie vite e sul proprio tenore di vita” e chi deciderà di non cercare un lavoro, perché non gli conviene, lo farà per scelta propria e non perché licenziato. Grazie sire, verrebbe da rispondere.

Nel momento in cui la ripresa è lenta e la disoccupazione è ancora ai massimi storici degli Usa, vai a introdurre una legge che disincentiva il lavoro e rispondi che “è una scelta dei disoccupati”? Se dall’altra parte della barricata ci fosse un Reagan, questa amministrazione sarebbe già a pezzi. Ma i Democratici sono fortunati, perché i Repubblicani, in cinque anni, non sono ancora riusciti a selezionare un leader all’altezza. Solo per questo Hillary Clinton ha ancora buone chance di vincere le prossime presidenziali del 2016, come ritiene il preveggente Time Magazine.


di Stefano Magni