Il Tricolore sventola nella California

sabato 7 dicembre 2013


Gli Stati Uniti hanno tante Little Italy, non solo nelle città più grandi e famose. Una di queste piccole Italy meno conosciute è a San Diego, città californiana dove le attività relative al nostro Paese hanno un protagonista che, insieme alla comunità, ci rappresenta con passione e senza risparmiarsi. Il suo nome è Roberto Ruocco, e ci spiega come anche nella California del sud, al confine con il Messico, Italia sia sinonimo di bellezza, di cultura, di orgoglio per le proprie radici.

Presidente Ruocco, ci dica qualcosa a proposito di San Diego e dell’emigrazione italiana in questa città: ad esempio, non tutti sanno che anche voi avete una Little Italy.

San Diego è la sesta contea degli Stati Uniti per numero di abitanti. È definita la “Citta più bella degli Usa” per le bellezze naturali, i paesaggi spettacolari e il clima da sogno. L’immigrazione italiana in San Diego assunse una connotazione significativa dopo il 1950. A seguito dell’attività della pesca del tonno, il nostri connazionali discesero dalla Bay area fino a Monterey, San Pedro e poi a San Diego. Pian piano la comunità iniziò ad aumentare nella zona di Little Italy, storicamente la India Street, dove moltissimi ancora abitano. La costruzione della autostrada I-5 creò una sostanziale diaspora tra le famiglie italiane. Durante gli anni, a causa della crisi della pesca, le famiglie italiane convertirono la loro attività ittica in quella della ristorazione. Famiglie palermitane e mazzaresi, quali Busalacchi, San Filippo, Balistreri e Giacalone, aprirono ristoranti che ancora ora sono il meglio della ristorazione. La particolarità della Little Italy di San Diego è che è ancora una realtà viva e prolifica: New York, Chicago, San Francisco sono nuclei italiani che vanno drammaticamente assottigliandosi, mentre la costruzione di grattacieli e altri abitazioni della downtown di San Diego causano l'arrivo continuo di giovani famiglie di italiani. La Little Italy ha inoltre un’associazione, la Little Italy Association, che gestisce la vita e la proliferazione delle attività commerciali: abbellisce, supervisiona e rende sicura la vivibilità del quartiere. Ogni anno le feste che si celebrano nella nostra Little Italy vengono visitate da oltre 200mila persone innamorate di questa città, che assomiglia nella sua conformazione orografica e al clima a Palermo o Napoli. La Little Italy Association promuove anche gli investimenti di nuovi imprenditori dall'Italia.

Lei è il Vice Console Onorario a San Diego, e presiede anche l’Italian Cultural Center e la House of Italy. Com’è oggi la presenza italiana a San Diego?

Ho il privilegio di rappresentare più di 3500 cittadini italiani iscritti all’Aire, l’anagrafe degli italiani all’estero. Ma la presenza reale italiana o di americani di origine italiana è di circa il doppio: un enorme lavoro che svolgo da solo a causa della ben nota carenza di risorse assegnata ai Vice Console all’estero, che a stento coprono le spese postali e dei trasporti. Mi considero tuttavia il medico condotto, il maresciallo di stazione o il sindaco del paesello, in quanto conosco personalmente tantissime famiglie che sembrano apprezzare il lavoro svolto di raccordo con il Consolato Generale di Los Angeles. Sono altresì il Presidente della Scuola di lingua italiana di San Diego, l’Italian Cultural Center, e della House of Italy, che insieme ad altre 45 altre associazioni italiane costituiscono il tessuto dell'associazionismo italiano a San Diego. L’Italian Cultural Center fu creato nel 1981 nel comprensorio della chiesa cattolica Old Lady of Rosary, dal sempre compianto Padre Steven Francini, barnabita. È a tutt’oggi la migliore scuola d’italiano di San Diego, con circa 15 insegnanti e 430 membri. Organizza eventi culturali quali conferenze di professori, esperti di cinema, poeti. È una organizzazione senza fine di lucro che si autofinanzia - con grandi difficoltà - a servizio di tutti gli amanti della lingua più bella del mondo. La House of Italy fa parte dal 1935 della House of Pacific Relations che comprende 32 nazioni ospitate dalla Città di San Diego nel Balboa Park. Ha come scopo il mantenimento di una identità sincera della cultura e della discendenza Italoamericana. Composta attualmente da 130 membri, la Hoi si riunisce ogni terza domenica del mese nella Sala delle Nazioni. Purtroppo entrambe queste organizzazioni soffrono della mancanza di una sede stabile di proprietà che favorisca la crescita della membership e la diversificazione delle attività.

A San Diego si organizza anche uno dei più importanti Festival del cinema italiano, tra quelli che si tengono negli Stati Uniti. Avete appena concluso l’edizione del 2013.

Questa è una storia molto italiana! Nel 2005 quattro personaggi (non in cerca di autore), il professor Victor Laruccia, il Capitano Donald Santamaria, il professor Pasquale Verdicchio e il sottoscritto, incominciarono a proiettare nella House of Italy film italiani, provenienti dalla cineteca del Consolato Generale di Los Angeles. La sala era sempre piena di spettatori. Ci dicemmo: perché non iniziamo a far vedere film recenti? Ne conseguì un grande successo: invitammo registi e attori dall’Italia, con grande sforzo economico di liberi donatori e il lavoro di fantastici volontari. L’edizione del 2013 ha visto la partecipazione di Maria Grazia Cucinotta e di Francesco Bruni con il film Scialla. Il San Diego Italian Film Festival è il vero punto di raccordo tra la cultura italiana e la città di San Diego, uno showcase di finezza e attualità di rara bellezza, molto apprezzato dalla comunità.

Uno dei servizi che lei fornisce è quello di aiutare gli americani di origine italiana ad ottenere la nostra cittadinanza, avendo a che fare con la difficile burocrazia del nostro paese. Ci può raccontare qualcosa in più a questo riguardo… e magari una storia di successo in questo difficile compito?

Tenente Colonnello in congedo dell’Aeronautica Militare Italiana , sono un avvocato abilitato in Italia e “Foreign Legal Consultant for the law of Italy” abilitato presso l’Avvocatura della California. Il riconoscimento della cittadinanza del discendente da cittadino italiano è la mia specialità. Lo scopo della legge n. 91/1992 è quello di incrementare la popolazione italiana con i discendenti di cittadini italiani, sia per riacquistare quelle professionalità perse a causa dell'emigrazione in altri paesi, sia per incentivare le nascite in Italia. Ho aiutato più di 500 famiglie a riconoscere il loro diritto a una cittadinanza derivativa fallo ius sanguinis: non solo nella contea di San Diego, ma in tutto il territorio americano. A parte il già menzionato caro amico Victor Laruccia, mio primo cliente, ho aiutato attori, chirurghi, avvocati, giudici, funzionari pubblici, giocatori di calcio e tennis e altri a riconquistare il loro diritto. La legge indubbiamente non è perfetta: presenta dei vizi di incostituzionalità riguardo alla discriminazione basata sul sesso degli ascendenti, che a mio parere dovrebbero essere sanati dal legislatore. Inoltre, la burocrazia è certamente un ostacolo ma, in linea di massima, la collaborazione del Consolato Generale di Los Angeles è ragionevolmente spedita.

Come va il Made in Italy a San Diego? Ci sono settori predominanti e di successo?

San Diego è una città di commercio e di basi militari americane. L'attività produttiva è fondamentalmente presente nella fascia confinante con il Messico. Gli italiani hanno una presenza importante nella ristorazione e nel commercio di prodotti alimentari e vinicoli. Inoltre vi sono molti ricercatori e scienziati italiani nelle varie università e società impegnate nella ricerca biochimica e tecnologica.


di Umberto Mucci