Asse Cameron-Merkel sull'immigrazione

venerdì 29 novembre 2013


Anni fa ci fece non poco sorridere la storiella che necessitava costruire in Europa un volano economico a due velocità, dove netta risultasse la divisione tra i territori poveri mediterranei e quelli ricchi del Nord. Una strategia che sembrò subito inapplicabile, e per via delle tante velleitarie politiche d’integrazione nell’Unione Europea. Ma oggi che il primo ministro David Cameron ha svelato i piani per contrastare l’immigrazione in Gran Bretagna, e “per il benessere del Paese”, quel vecchio progetto d’Europa a due velocità riprende forma. I beninformati giurano che il primo ministro britannico godrebbe dell’appoggio di tutto il Nord e centro Europa, nello specifico quello germanofono.

La Francia, dicono gli esperti, sarebbe contraria all’idea di favorire una cintura sanitaria che divida l’Europa ricca da quella povera. Ma Cameron avrebbe già scavalcato i francesi ed aperto un dialogo diretto con Angela Merkel. Cameron ha così annunciato di voler limitare i flussi (di uomini e merci) dai Paesi dell’Unione Europea più poveri a quelli più ricchi. L’annuncio non è certo un tentativo di evitare che i voti dei conservatori vadano dispersi alle prossime elezioni europee (previste per l’anno prossimo) e a quelle nazionali britanniche del 2015, ma è ormai un’esigenza di “sicurezza politico-economica” che avvertirebbero nel Nord Europa sia i partiti di centrodestra che quelli di centrosinistra. Va aggiunto che in Gran Bretagna sono aumentate le pressioni esercitate dal partito anti-immigrazione Uk Independent Party (Ukip).

La “sensibilità” anti migratoria ormai metterebbe d’accordo Regno Unito, Germania, Danimarca, Olanda, Belgio e Paesi Scandinavi, riscuotendo simpatie anche in Austria, Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca. Cameron ha dichiarato di essere “molto preoccupato per il possibile afflusso di rumeni e bulgari previsto per il prossimo anno, quando le restrizioni europee sui due Paesi scadranno. L’Europa di oggi è molto cambiata rispetto all’Europa di 30 anni fa - ha scritto Cameron in un articolo per il Financial Times - Dobbiamo affrontare il fatto che la libera circolazione è diventata la causa scatenante di enormi movimenti di massa dovuti alle enormi disparità di reddito. Si corre il rischio che molti Paesi si privino dei talenti di cui hanno bisogno”. Cameron ha inoltre aggiunto di essere intenzionato a cambiare la legge, in modo che un immigrato debba attendere tre mesi prima di poter usufruire dei sussidi di disoccupazione.

Così i nuovi arrivati, anche se europei (italiani o francesi per esempio) non avrebbero più agevolazioni per la residenza: perderebbero i sussidi di disoccupazione entro sei mesi, se non in grado di dimostrare alle autorità britanniche un regolare contratto di lavoro. L’idea di ridisegnare le leggi dell’immigrazione europea, si inserisce in un sentire molto più ampio dei confini britannici: non dimentichiamo che nel Regno Unito è previsto nel 2015 un referendum sul ruolo della Gran Bretagna a Bruxelles. Referendum che certamente ispirerà gran parte delle politiche non solo britanniche, ma dell’intera zona ricca dell’Ue. L’idea di Cameron è riformare la libera circolazione in Europa: tematica che prima affronterà a porte chiuse con i Paesi più ricchi, e solo in seguito ne discuterà con gli altri Stati membri.

L’Ue ha le mani legate in materia, e solo la Francia potrebbe tentare una mossa che mitighi i toni, minacciando anche rappresaglie legali verso la Gran Bretagna da parte della Commissione Europea. Ma gli esperti fanno notare che ormai i ricchi d’Europa risiedono tutti tra Londra e Berlino: difficilmente Cameron e Merkel non troveranno l’accordo su come confinare l’immigrazione nelle zone povere dell’euro.


di Ruggiero Capone