Paura e delirio nucleare in Corea

mercoledì 10 aprile 2013


La Corea del Nord non molla. Continua a gettare benzina sul fuoco, lanciare proclami incendiari, compiere preparativi di guerra. «La situazione va verso la guerra termonucleare – recita un comunicato del Comitato per la Pace nell’Asia e nel Pacifico, dipendente dal regime comunista di Pyongyang – In caso di guerra, non vogliamo colpire alcuno straniero che vive in Corea del Sud. Dunque invitiamo tutte le organizzazioni straniere e i turisti a prendere urgenti misure per l’evacuazione». Questa dichiarazione, una vera e propria bomba da terrorismo mediatico, fa il paio con l’invito al personale delle ambasciate a lasciare la Corea. In questo modo, oltre a spaventare il Sud, i nordcoreani mirano a isolarlo, provocando una fuga di persone e capitali che potrebbe danneggiarlo. Ad ora, però, non ci sono riusciti: a Seul e nelle altre città sudcoreane prevale la tranquillità. Le minacce subite, nel corso di questo mezzo secolo, sono un fatto quotidiano. Questa crisi è più pesante delle altre, ma viene vissuta, sul posto, alla stregua di tutte le precedenti.

Oltre alle dichiarazioni, si notano anche altri preparativi di guerra nel Nord. Nel corso del fine settimana era circolata la voce di un possibile quarto test atomico. Lo aveva confermato anche il ministro degli Esteri sudcoreano, basandosi su foto satellitari. Poi lo stesso ministro ha dichiarato di esser stato “frainteso” e ha detto che un test atomico potrebbe non essere così imminente come si pensava. I lavori in corso al sito nucleare di P’unggye-ri potrebbero essere solo normali attività di manutenzione. Nessuno nega, invece, che Pyongyang potrebbe effettuare un altro test missilistico. In questo caso, violerebbe le sanzioni in vigore e ben tre risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, l’ultima delle quali votata anche dalla Cina (che in questi giorni sta mobilitando le truppe al confine comune con la Corea del Nord). Sarebbe, insomma, l’ennesima provocazione militare. Non grave quanto un quarto test nucleare, ma abbastanza da far indignare e preoccupare tutti i vicini.

Il Giappone sta già reagendo molto duramente a questa ipotesi di test balistico. Il premier conservatore Shinzo Abe ha autorizzato il dispiegamento di missili anti-missile Patriot Pac-3 nella capitale, nei pressi della sede del Ministero della Difesa e di altre due basi militari. Alla fine della settimana scorsa, la marina nipponica ha inviato, nelle acque del Mar del Giappone, le sue più moderne unità dotate di missili anti-missile Standard-3. Il messaggio è esplicito: se Pyongyang lancia qualcosa, noi glielo abbatteremo. «Il governo sta compiendo tutto lo sforzo possibile per proteggere le vite e la sicurezza dei nostri cittadini», ha dichiarato Shinzo Abe. Anche in Giappone, la popolazione sta vivendo la crisi con il massimo della calma e la stampa è convinta che la guerra non scoppierà. Ma intanto ci si prepara al peggio.


di Stefano Magni