India, l'ambasciatore torna "libero"

mercoledì 3 aprile 2013


La Corte suprema indiana ha revocato le restrizioni che erano state imposte all'ambasciatore italiano Daniele Mancini in relazione al caso Marò. La Corte ha anche espresso preoccupazione per l'incapacità del governo di approntare una corte speciale per il processo a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, e ha chiesto di essere aggiornata in proposito ad una nuova udienza, fissata al 16 aprile. Con la decisione di ieri viene revocato l'ordine imposto all'ambasciatore italiano di non lasciare l'India, dopo che l'Italia aveva annunciato di non voler far tornare nel paese asiatico i due militari tornati in patria in licenza elettorale. Latorre e Girone sono poi successivamente rientrati a Nuova Delhi.

L’ambasciatore Mancini ha espresso «soddisfazione» per la decisione del presidente della Corte Suprema, Altamas Kabir, di restituirgli la libertà di circolazione, ma ha auspicato che ora si giunga alla costituzione di una Corte speciale che si occupi del caso dei marò con la modalità del "fast track", cioè con un processo il più rapido possibile. Mancini si è detto infine fiducioso che "da parte delle varie componenti dell’Amministrazione indiana si dia seguito alle disposizioni della Corte Suprema" che ancora ieri ha chiesto l’immediata costituzione di una Corte speciale come previsto dalla sentenza del massimo tribunale indiano del 18 gennaio 2013. Intanto, contrariamente a quanto era stato detto, si apprende che l’India non ha incaricato l’Agenzia di investigazione nazionale (Nia) - gli 007 indiani che si occupano di reati contro la sicurezza nazionale creati dopo gli attentati terroristici di Mumbai del 2008 - di avviare ulteriori indagini sul caso dei marò.


di Pasquale Amitrano