Il console italiano nella culla d'America

venerdì 22 febbraio 2013


Se immaginiamo, come abbiamo fatto, questa serie di interviste come un viaggio tra le due sponde dell’Atlantico, una delle mete che accolse un gran numero di nostri connazionali è la Pennsylvania, e in particolare la città di Philadelphia, quinta città degli Stati Uniti per popolazione oggi ma la più grande tra il XVIII e il XIX secolo, fondata nel 1682 da William Penn e testimone di eventi storici per l’America, e per il mondo intero. Incontriamo il Console Luigi Scotto, che ha guidato il Consolato che ha qui sede e che ringraziamo per aiutarci a sapere di più sull’Italia a Philadelphia e dintorni.

Signor Console, Lei guida un Consolato Generale che insiste su un’area particolarmente prestigiosa e storica: Pennsylvania, Delaware, North Carolina, West Virginia e parte del Maryland, della Virginia e del New Jersey. Gli USA sono nati (anche) in queste zone. A Philadelphia, dove ha sede il Consolato, si trovano alcuni luoghi fondamentali della storia americana, primo fra tutti la Independence Hall dove sono nate la Dichiarazione d’Indipendenza e la Costituzione degli Stati Uniti d’America. Che vuol dire rappresentare il nostro Paese in zone così prestigiose?

Per me è un grande onore rappresentare l’Italia in questa circoscrizione consolare. Per rifarmi alla Sua domanda, il Consolato Generale d’Italia in Philadelphia sta nell’area più antica della città, proprio di fronte alla Independence Hall, dove è stata firmata la Costituzione Americana. Philadelphia è la città più importante dal punto di vista storico degli Stati Uniti, di cui come sa anche è stata la capitale. La mia priorità in questi anni è stata quella di instaurare solide relazioni con Istituzioni Politiche, Economiche e Culturali, dalle quali ho avuto una risposta incredibile a dimostrazione dell’ottimo rapporto tra gli USA e il nostro Paese. Ci tengo a dire che sono stato fortunato come rappresentante dell’Italia per la visibilità che essa gode in questa giurisdizione.

Il suo mandato è in scadenza quest’anno. Possiamo dunque chiederle un parere su questa esperienza e sull’evoluzione dello stato dei rapporti fra Italia e la parte degli USA di competenza del suo Consolato Generale: cosa è cambiato, e cosa ancora c’è da fare per migliorare un rapporto che immaginiamo già molto buono?

Mi lasci dire che mi dispiace moltissimo che tra pochi mesi termini il mio mandato, perché sono stati 4 anni e mezzo estremamente entusiasmanti e produttivi. Credo che il mio successore trarrà dei vantaggi dalle connessioni create e sono certo che negli anni a venire se ne vedranno ancora i risultati. Sul rapporto Italia/Stati Uniti non sono io che devo enfatizzarli, essi sono di altissimo profilo, Italia e Usa sono 2 grandi Paesi indissolubilmente legati. Credo che proprio in quest’ottica si debba vedere la proclamazione del Ministro degli Esteri dell’anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti proprio nel 2013.

Da qualche tempo Pittsburgh è una delle capitali dell’innovazione della east coast, e non solo. Quindi non c’è solo la Silicon Valley … come ha innovato la città, anche con l’aiuto di una delle più dinamiche Università americane? C’è un po’ d’Italia in questa innovazione?

Pittsburgh è considerata una delle città più vivibili d’America. La comunità italiana della città è ricca di giovani e motivati professionisti che hanno arricchito la città con l’eccellenza italiana. Pittsburgh è molto rinomata per la presenza di Università e grandi aziende. Ci tengo a ricordare che abbiamo un Consolato Onorario molto attivo e che serve un bacino di utenza di almeno un migliaio di connazionali inscritti all’AIRE, ma naturalmente ci sono anche moltissimi cittadini americani di origine italiana. Pittsburgh è un esempio per tutti di riconversione e un modello di dinamicità da leader nell’industria dell’acciaio a leader in materia di innovazione, di tecnologie per l’informazione, comunicazioni, salute e ricerca energetiche.

Nelle zone di competenza del suo Consolato Generale gli italiani non sono pochi. Chi sono i nostri connazionali in queste zone? E invece, che tipo di italoamericani la popolano? Per portare ancora Made in Italy, c’è ancora spazio?

Le radici dell’immigrazione italiana nella mia giurisdizione ed in particolare nella città di Philadelphia possono essere ritrovate fin dalla prima ondata di emigranti italiani negli Stati Uniti. Secondo diversi studi emerge come dalla fine del XIX secolo all’inizio del XX secolo dei quasi 5 milioni di connazionali che lasciarono il nostro paese molti scelsero le due città principali della Pennsylvania, Philadelphia e Pittsburgh. In particolare, Philadelphia divenne la maggiore meta di destinazione seconda sola a New York ed il 10% della sua popolazione aveva origini italiane. Questi dati ci permettono di capire quanto Philadelphia e le giurisdizioni di nostra competenza hanno sempre avuto e hanno a tutt’oggi una importante presenza italiana. È bello vedere come le nuove generazioni, cioè i figli e i nipoti di questi emigranti, siano fieri delle loro radici. Molti di loro non parlano l’italiano, ma hanno forti legami con il nostro Paese e si definiscono con orgoglio italiani. La maggior parte di loro, al contrario dei loro nonni ha avuto la possibilità di ricevere una buona educazione e conseguentemente di ricoprire posizioni di grande prestigio nella comunità. La nuova ondata di immigrazione italiana, quella più recente, è molto diversa rispetto a quella precedente. Innanzitutto, è più limitata quantitativamente, e la maggior parte degli Italiani arrivati negli USA di recente sono giovani laureati e professionisti che lavorano come ricercatori e medici presso importanti poli universitari tra i quali Thomas Jefferson University Hospital, la UPenn, il CHOP o come professionisti in importanti aziende non solo italiane. Per quanto riguarda l’ultima parte della Sua domanda, voglio evidenziare come il brand Made in Italy oggi abbia a Philadelphia una eccellente reputazione come leader mondiale nella produzione e nell’offerta di prodotti di qualità e di eccellenza e che i consumatori americani apprezzano particolarmente. La richiesta di prodotti Made in Italy è fortissima ed in continua espansione e per questo credo ci sia ancora spazio per aumentare la quota di mercato di beni e servizi prodotti dal nostro paese.

Il 2013 sarà un anno importante per due motivi. Il primo è dato dalle imminenti elezioni politiche, per le quali anche qui gli iscritti all’AIRE possono votare. È un compito difficile, quello di riuscire ad agevolarne le procedure di voto, coordinandovi con Roma, con gli altri Consolati della gigantesca circoscrizione elettorale (USA, Canada e parte del Centro America!) e con l’Ambasciata a DC?

Le elezioni politiche sono molto impegnative dal momento che si tratta di una processo delicato e importante. È fondamentale seguire minuziosamente le direttive inviate dal MAE di Roma e dall’Ambasciata. Il problema più comune sorge quando i connazionali arrivano negli USA e non si iscrivono all’AIRE, oppure quando una volta iscritti cambiano indirizzo e non lo comunicano o addirittura si spostano in un’altra circoscrizione consolare senza notificarlo. Per quanto ci riguarda, negli ultimi anni siamo stati molto impegnati alla bonifica del nostro schedario AIRE e questo ci ha permesso di eliminare parte di questi inconvenienti. È stato un lavoro molto impegnativo di coordinamento con gli altri Consolati e con i Comuni in Italia, ottenuto grazie ad un fortissimo impegno del personale di questo Consolato Generale che colgo l’occasione per ringraziare.

Infine, il 2013 è anche l’anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti. Quali sono gli eventi più significativi che sono già previsti nel territorio di competenza del Consolato Generale di Philadelphia?

Il Consolato Italiano di Philadelphia ha organizzato una fitta serie di eventi per il 2013, Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti, durante il quale sono previsti concerti, proiezioni di film, presentazioni, spettacoli teatrali e mostre. La maggior parte degli eventi si terranno in collaborazione con importanti istituzioni della zona, come la Barnes Foundation presso cui sono state organizzate Lectures Culturali su De Chirico o Caravaggio nonché l’evento più importante dell’anno il 16 maggio che prevede un esibizione musicale da parte degli alunni del Curtis Istitute of Music e la visita dell’Ambasciatore a Washington sua Eccellenza Claudio Bisogniero. Altro evento importante è previsto per 20 marzo in collaborazione con Drexel University Augusta Westland e la partecipazione di un nostro illustre connazionale, l’astronauta Roberto Vittori. Esso verterà sulla Partneship Tecnologica tra Italia e Stati Uniti d’America. Abbiamo anche altre conferenze di vario genere e proiezioni di film italiani alla University of Pennsylvania e concerti come quello organizzato per l’inaugurazione dell’anno della cultura del giovane sassofonista siciliano Francesco Cafiso all’Ortlieb, storico locale jazz della città. La nostra agenda prevede una lista di eventi culturali di varia natura in modo da riuscire a soddisfare tutti i target e gusti.


di Umberto Mucci