Perché, nel 2013, tu vuò fa’ l’americano

sabato 19 gennaio 2013


Una rete televisiva annuncia che in vista dei campionati del mondo in Brasile, 200 prostitute brasiliane si sono organizzate un corso di inglese per meglio accogliere i turisti. Ecco come sport e sesso insieme contribuiscono in un sol colpo a elevare la cultura di una parte della popolazione, alla comprensione tra i popoli e contemporaneamente a elevare il Pil nazionale. A seguito di questa notizia ho cercato reazioni da parte delle autorità ecclesiastiche del cattolicissimo Brasile, ma qui, contrariamente che in Italia, non vengono diffusi, sempre che ce ne siano, commenti di qualsiasi confessione religiosa a notizie riguardanti la vita politica e civile. Anche il Papa è apparso una sola volta sulle reti televisive nazionali in occasione del Natale e più recentemente per l’irruzione di quattro topless in Piazza S.Pietro. Del resto a guardare la televisione si scopre un Paese americano-centrico. L’Europa in particolare sembra essere declassata a “espressione geografica”.

Non si vede la Merkel, nessuna notizia di Hollande e, per fortuna, nessun volto dei nostri politici infesta gli schermi televisivi che sono piuttosto ancora inondati di dibattiti intorno al possesso di armi negli States (o almeno di certe armi) da parte dei privati dopo la nota strage nella scuola di Newtown nel Connecticut. Dalla televisione al quotidiano reality, non è difficile trovare giovani italiani in giro per le strade ma soprattutto nei luoghi di lavoro. Siano essi gli Starbucks (nota catena di caffè che offre un servizio gratuito di wi-fi) che consentono di lavorare a distanza a chiunque e in particolare ai giovani ingegneri informatici (qui è possibile, basta concludere il lavoro non importa dove svolto) che si sono trasferiti con tanti saluti al Paese natale; siano essi ristoranti, dove molti di loro (naturalmente quelli volenterosi e desiderosi di costruire il proprio futuro) lavorano come camerieri senza permesso di soggiorno pur di fuggire da un paese, il nostro, che nulla offre loro se non la vecchia età dei governanti (a partire dal capo in testa), il soffocamento delle aspirazioni, la prevaricazione delle raccomandazioni sul merito e altro che i giovani conoscono benissimo.

Naturalmente sono tutti ex studenti che hanno capito per tempo e per loro fortuna come girano le cose nella nostra penisola. Si verifica così in Italia lo strano e singolare fenomeno di flussi migratori contemporanei, in uscita (i nostri giovani) e in entrata (i giovani di altri Paesi) che meriterebbero analisi approfondite se non altro per capire se il saldo qualitativo sia positivo o negativo. Ma forse è chiedere troppo a chi è troppo occupato a vivere nel lusso sulle fatiche e sulle tasse degli italiani che lavorano. A proposito di asserite diminuzioni di nascite, una giovane madre di origine italiana con tre bambini piccolissimi, mi spiega come sia possibile in questo Paese lavorare, badare al marito e ai tre figli. La presenza di asili nido, la facilità di movimento anche con la carrozzina che scivola su marciapiedi levigati e senza buche (sono di cemento) tutti provvisti di scivoli per l’attraversamento e poi senza escrementi animali, la disponibilità di parchi e giardini a pochi passi dalla abitazione, la possibilità di entrare in ogni dove e trovare una toilette pulita e disponibile per cambiare il bambino, sono alcuni degli strumenti e delle facility che rendono possibile e migliore la vita delle donne e dei loro bambini.

Uno showroom presenta una splendida automobile con motore elettrico che hanno battezzato “Tesla” in onore del famoso fisico serbo Nikola Tesla cui il mondo tanto deve per le sue invenzioni e brevetti in campo elettrico. Questa automobile, totalmente elettrica, presenta un pianale interamente formato da batterie al litio, tanto che il muso, che non contiene motore, serve da portabagagli, e quello che nella norma è il portabagagli viene utilizzato per due passeggeri supplementari (possono essere 8 in tutto) che hanno una visione panoramica contromarcia. Buone sembrano le vendite per una vettura, di costo medio elevato, che si propone di non inquinare e che quindi procede con motore elettrico. Come elettrici sono ad esempio i fornelli delle cucine dove il gas non entra. Già, ma qui, come evidenziano con grafici gli stessi showroom della Tesla, l’energia elettrica di questa nazione viene prodotta per un 44% dal carbone, per un 23% da gas naturale, per un 13% complessivo da idroelettrico e altro e per ben il 20% da fonte nucleare. E il petrolio si chiederà qualcuno? Forse viene impiegato più intelligentemente per la trazione convenzionale, ancora insostituibile, almeno su larga scala, e non, come in Italia per produrre, con costi enormi che stanno mettendo in ginocchio la nostra industria, proprio quella energia di cui abbiamo tanta necessità.

Insomma qui il problema delle targhe alterne non si pone come invece avviene nella “pulita“ e “energeticamente corretta” Italia, quella del rifiuto del nucleare e del carbone. Tornando al mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento due piccole note. Un History Channel propone una splendida, approfondita e documenta storia del West America. Lo fa trasmettendo orgoglio di appartenenza e minuziosità di indagine. Si dirà che questa storia è molto breve, appena duecento anni. Ma è tutto ciò che hanno e lo sottolineano e tramandano. Poi nel corso di una importante premiazione cinematografica, una di quelle con red carpet e luci e belle donne, uno dei premiati (regista o produttore) si rivolge ai presenti per i rituali ringraziamenti e sintetizza alcune differenze tra cinema americano e cinema europeo. Del vecchio continente nomina Francia, Germania e… Austria(!). Del cinema italiano neanche l’ombra di un accenno. Tornando alla Storia quando essa si materializza in architettura, dopo aver rammentato lo stile neoclassicheggiante di tutti gli edifici rappresentativi pubblici degli Usa, a partire da quelli della capitale, segnalo un gioiellino che un ricco signore ha costruito a Miami (Florida) agli inizi del secolo passato.

Si tratta di una villa (Villa Vizcaya) realizzata con stili massimamente rifacentesi all’architettura rinascimentale e settecentesca italiana, su circa 8 ettari di terreni dove abbondano statue di personaggi mitologici o storici dell’antichità, con gli interni arredati in larga parte con mobili provenienti dall’Italia. Un’isola di verde, di rimembranze architettoniche e di storia di un passato mai dimenticato, semmai esaltato, approfondito e studiato. Un cordone ombelicale con la buona e migliore cultura dell’Europa dalla quale questa gente, indubbiamente la parte migliore, a suo tempo è partita per costruire una grande e progredita democrazia della quale tanti milioni di esseri umani vorrebbero far parte. Se non ricordo male, al contrario, i nostri due ultimi secoli sono stati percorsi da numerose guerre (due di queste mondiali) e soprattutto da totalitarismi come il nazismo, il comunismo, il fascismo. Ad oggi poi non mi sembra che i cittadini europei, ma in particolare italiani, stiano vivendo processi migliorativi che lascino sperare in un futuro economico e civile almeno pari a quello che è dato vedere da queste parti.


di Giuseppe Blasi