L’ufficiale saudita che non odia Israele

venerdì 7 dicembre 2012


«Non è Israele il nemico dei popoli arabi ma la mancanza di democrazie nei loro regimi». Quante volte abbiamo letto o sentito queste parole. Quasi un’ovvietà. Però sulla bocca di un alto dignitario saudita, in un articolo sul giornale “Arab News”, fanno un certo effetto. L’autore è Abdulateef Al-Mulhim, un ammiraglio a riposo della Reale Marina Saudita.

Al-Mulhim fa riferimento alle violenze attualmente in corso nel mondo arabo e si chiede se non sarebbe meglio che i paesi arabi prendessero i soldi che spendono per combattere Israele e li investissero in istruzione, sanità, infrastrutture.

«Qual è il costo reale di queste guerre, per il mondo arabo e la sua popolazione? - scrive Al-Mulhim - qual è stato il costo reale del mancato riconoscimento di Israele nel 1948?». Al-Mulhim afferma che la condotta degli israeliani verso i palestinesi non è stata di certo peggiore della violenza che gli Stati arabi hanno impiegato contro i loro stessi popoli.

«In passato – scrive - abbiamo parlato tanto di come mai alcuni soldati israeliani attacchino e maltrattino i palestinesi. E abbiamo visto aerei e carri israeliani attaccare vari Paesi arabi. Ma sono mai paragonabili, quegli attacchi, alle atrocità che vengono commesse da alcuni Stati arabi contro la loro stessa gente?».

«I profughi palestinesi sono ormai in seconda fila rispetto ai milioni di profughi arabi costretti ad abbandonare i loro Paesi sconvolti dalla guerra – scrive impietosamente l’ammiraglio saudita in pensione - l’Iraq patisce una continua fuga di cervelli verso l’Occidente, il Sinai è in preda a disordini e la tragedia umana più triste del mondo si sta scrivendo nello Yemen. Mentre molti paesi arabi sono in questo modo allo sbando». «Cosa invece è accaduto intanto in Israele, il nemico giurato degli arabi? Israele oggi ha le più progredite strutture di ricerca, università d’eccellenza, infrastrutture avanzate. Molti arabi non sanno che l’aspettativa di vita dei palestinesi che vivono in Israele è di gran lunga migliore di quella di molti Paesi arabi, e che essi godono di maggiore libertà politica e sociale di molti loro fratelli arabi».

Parole sante si potrebbe dire. Probabilmente anche i nuovi futuri padroni della politica estera italiana, i vari Bersani che come prima cosa da fare dopo la vittoria delle primarie si recano in Libia ad assicurare l’attuale regime sul futuro cambio delle relazioni con Israele da parte del nostro Paese, farebbero bene a farsi tradurre e a leggersi l’articolo di “Arab news”.


di Dimitri Buffa