Israeli: «Le ipocrisie delle Nazioni Unite»

venerdì 30 novembre 2012


Raphael Israeli, professore di storia dell’Islam, del Medioriente e della Cina all’Università Ebraica di Gerusalemme, non usa mezzi termini ed esordisce così: «La guerra a Gaza, per ora, è finita, ma la principale lezione da imparare dall’intera vicenda è il livello di ipocrisia delle Nazioni Unite».

Professore, che cosa sta succedendo davvero a Gaza?

La tregua durerà il tempo necessario ad Hamas per riarmarsi ed essere pronto a lanciare un nuovo attacco. Per anni Israele ha denunciato all’Onu che il Paese era oggetto del lancio di razzi provenienti da Gaza, ma, dopo aver dichiarato il fatto “inaccettabile”, nessuno si è mosso. Questa volta, appena Israele ha reagito per difendersi, il problema è diventato improvvisamente urgente e tutti si sono prontamente adoperati per fermare il conflitto. Per questo parlo di ipocrisia delle Nazioni Unite. Nessuno alzerà mai un dito per la sicurezza di Israele. A ciò si aggiunga che gli Stati Uniti si stanno alleando con i peggiori regimi fondamentalisti del mondo, quali Egitto, Turchia, Hamas, concedendo loro un grande riconoscimento.

Qual è lo stato d’animo in Israele per il secondo mandato di Obama?

Penso che Obama alla fine si rivelerà meno negativo e dannoso di quanto gli israeliani temano, perché ha riconosciuto il diritto di Israele a difendersi. Ma, dall’altra parte, ha intimato ad Israele di non procedere ad un attacco di terra, e, insieme ai Paesi europei e alle Nazioni Unite, ha accresciuto lo status politico di Hamas.

In che modo pensa evolverà lo scenario mediorientale?

Credo che l’Occidente si illuda ancora che la “Primavera” porterà alla democrazia nei Paesi arabi, senza capire che i tiranni saranno rimpiazzati dai fondamentalisti islamici. Va riconosciuto che il presidente egiziano Morsi, in questa occasione, si è rivelato pragmatico, ma noi sappiamo che quello che fa non è dettato da un cambio di mentalità, quanto dall’esigenza di ottenere gli aiuti economici americani. In realtà il leader egiziano sta continuando a boicottare ogni possibilità di rapporto con Israele, di cui ancora non pronuncia nemmeno il nome.

Ritiene che l’Islam rappresenti davvero un pericolo per l’Occidente?

Basterebbe guardare i simboli e sentire gli slogan che caratterizzano le manifestazioni islamiche in Europa, ascoltare i musulmani proclamare il loro odio per la democrazia, per capire che la loro massiccia presenza nei paesi europei ingrossa una corrente antidemocratica. In Medioriente, invece, il timore più grande rappresentato dall’Islam riguarda la potenza nucleare iraniana, la quale, una volta divenuta effettiva, si rivolgerebbe infine contro Israele e contro l’Occidente.


di Valentina Meliadò