Obama non sa più che cosa dire

venerdì 5 ottobre 2012


Posti di fronte alle stesse telecamere, con un moderatore imparziale, con un pubblico silente e con gli stessi tempi a disposizione, Mitt Romney e Barack Obama hanno affrontato il loro primo dibattito presidenziale all’Università di Denver. E il candidato repubblicano ha letteralmente stracciato il presidente in carica. Il 67% degli americani ha trovato la performance dello sfidante decisamente migliore rispetto a quella dello sfidato.

Sorpresi?

Obama ha accusato il suo sfidante di voler un insostenibile (per il bilancio) taglio di 5mila miliardi di dollari e si è fatto smentire clamorosamente per due volte: «Non è nel mio piano», gli ha fatto notare semplicemente Romney. Il cui programma fiscale prevede una riduzione delle aliquote del 20% (spalmato su tutte e sei le aliquote attuali) che, se dovesse andare a buon fine, aumenterebbe e non ridurrebbe il gettito fiscale. E Obama non è più riuscito a controbattere. Sul debito pubblico, Romney ha avuto buon gioco ad accusare il presidente: si registra un innegabile aumento di 5-6mila miliardi di dollari. Obama ha arrancato, cercando di far passare il messaggio di aver provato a ridurre il deficit annuale, lasciato in eredità dalla precedente amministrazione. Ma Romney, a questo punto ha potuto ben ribattere: «È lei il presidente, da quattro anni». Lo sfidante, con una retorica ricca di aneddoti e storie personali, ha continuato a concentrare il fuoco su un unico tema: il lavoro.

La disoccupazione è cronicamente al di sopra dell’8%. Ogni riforma proposta da Romney è stata promossa con l’argomento della creazione di nuovi posti di lavoro. Il fiore all’occhiello di Obama è e resta l’Obamacare, la riforma della sanità. Ma non è riuscito a difenderla di fronte a un ex governatore del Massachusetts che ne ha varata una analoga nel suo stato. Non solo: il presidente ha incassato l’accusa di aver sottratto 716 miliardi di dollari dal programma Medicare (assistenza agli anziani) per la sua riforma. Romney, al contrario, ha promosso la sua Romneycare del Massachusetts, con il consenso dei Democratici locali e senza nulla togliere agli altri programmi assistenziali. E quale dovrebbe essere il ruolo del governo federale? Obama non ha fatto capire fino in fondo quale debba essere il suo compito, spendendo un’infinità di parole sul rilancio dell’istruzione pubblica. È stato Romney a ricordargli i principi fondamentali della Costituzione: garanzia dei diritti alla vita, libertà e perseguimento della felicità.

Nessuno dei temi toccati è una vera novità. Gli americani hanno già avuto modo di sentire, durante questi mesi di campagna elettorale, tutto quel che Romney e Obama avevano da dire. La vera novità, appunto, è una sola: per la prima volta i due contendenti erano posti di fronte alle stesse telecamere, con un moderatore imparziale, con un pubblico silente e con gli stessi tempi a disposizione. Obama non è andato in video filtrato dalla lente di giornalisti compiacenti, pronti a sfumare ogni sua gaffe. Romney, al contrario, era libero di parlare direttamente al pubblico, senza essere deformato dallo specchio ideologico dei media maistream. Che, da mesi, stanno cercando di trasformarlo in una macchietta tragicomica.


di Stefano Magni