Come è stata liberata Rossella Urru?

venerdì 20 luglio 2012


Libera! Finalmente dopo 270 giorni di prigionia giunge l’ufficialità della notizia del rilascio della giovane cooperate italiana Rossella Urru, rimasta nelle mani del gruppo islamico Mujao (Movimento Unitario per la Jihad nell’Africa Occidentale) per 9 interminabili mesi.

Voci sulla liberazione di Rossella erano cominciate a circolare già nel primo pomeriggio di mercoledì, ma la Farnesina ha confermato la notizia solo intorno alle 19:30 dopo una giornata in cui a farla da padrona era stata la tensione. Già lo scorso marzo, infatti, era stata divulgata una notizia sulla sua liberazione che si rivelò falsa. Questa volta, invece, dopo ore di incertezza seguite all’annuncio fatto da Sanda Abou Mohamed, portavoce del gruppo islamico Ansar Dine notoriamente vicino al Mujao, in serata il Ministro degli Esteri Giulio Terzi ha confermato la liberazione della 29enne di Samugheo mettendo fine all’incubo che era iniziato il 23 ottobre scorso.

La Urru, che lavora da oltre 2 anni per l’Ong Comitato Italiano Sviluppo dei Popoli, era stata prelevata da un commando armato nel campo profughi saharawi di Tindouf, nel sud–ovest dell’Algeria, dove prestava servizio agli oltre 150mila fuggiaschi provenienti da tutto il Sahara occidentale. Un’area estremamente pericolosa anche per chi, come Rossella, porta il proprio aiuto ai più deboli. Proprio per questo motivo il Ministro Terzi ha definito Rossella il «simbolo del coraggio e dell’eroismo delle nostre donne che lavorano su terreni di cooperazione estremamente difficili e che rappresentano la dignità, l’orgoglio e la grandezza dell’Italia».

Resta ancora un mistero quali siano stati i termini dell’accordo raggiunto con il Mujao. A maggio un portavoce dell’organizzazione terroristica aveva rilasciato un’intervista all’Afp durante la quale aveva ufficializzato le richieste economiche per il rilascio della giovane cooperante sarda: 30 milioni di euro. Per il momento, però, non vi sono conferme ufficiali circa il versamento di tale somma nelle casse del movimento islamico. Secondo alcuni, l’elemento di svolta nella liberazione di Rossella potrebbe essere stato il rilascio, nelle prime ore del mattino di mercoledì, di uno dei membri di spicco proprio del Mujao, Mamne Ould Oufkir, arrestato lo scorso 4 dicembre in Mauritania. Il suo nome, infatti, compariva nella lista stilata dal movimento islamico dei detenuti salafiti da liberare in cambio della Urru. Anche in questo caso, però, non vi sono elementi sufficienti per dire che sia stato questo a condurre alla liberazione della nostra connazionale.

Grande soddisfazione per la felice conclusione della vicenda è stata espressa sia dal Presidente della Repubblica Napolitano, il quale ha sottolineato il proprio apprezzamento per la «tenace iniziativa» dei nostri servizi di intelligence, che dal Premier Mario Monti il quale ritiene che la liberazione di Rossella rappresenti il «successo dell’Italia nella lotta al terrorismo». Ciò che conta veramente, comunque, è che Rossella sia potuta tornare a casa dalla propria famiglia per quanto chi la conosce è pronto a giurare che questa brutta avventura non la fermerà dal tornare a lavorare tra i profughi saharawi.


di Gennaro Esposito