Il boomerang dell'Obamacare

martedì 3 luglio 2012


I Repubblicani americani sono subito partiti all’attacco dell’Obamacare (la riforma della sanità voluta da Barack Obama), immediatamente dopo la sentenza della Corte Suprema che ne ha riconosciuto la legittimità costituzionale. Dopo la decisione del massimo organo giudiziario statunitense, l’ambiente in cui la destra americana deve operare è più difficile, ma non apertamente ostile. Un sondaggio Reuters/Ipsos, pubblicato questa domenica, rileva che l’opposizione alla legge sulla sanità è leggermente calata, ma la maggioranza degli americani resta contraria. Nell’ambito degli elettori repubblicani, è contro la legge l’81% (contro l’86% rilevato prima della sentenza), fra gli indipendenti l’opposizione è del 62%, contro il 73% precedente la sentenza. Fra i Democratici, i due terzi sono favorevoli all’Obamacare, sia prima che dopo il pronunciamento dei giudici supremi. In generale, il 52% degli americani resta contrario alla legge (contro il 56% pre–sentenza). Basare una campagna contro l’Obamacare, per il candidato repubblicano, è dunque una missione difficile, ma non suicida. Ci sono ancora dei margini di manovra e Mitt Romney intende sfruttarli tutti.

Quel che incoraggia maggiormente l’azione repubblicana, è il crollo verticale dei consensi per la Corte Suprema, dopo la sua sentenza. Secondo un sondaggio della Rasmussen, il 56% degli americani ritiene che il massimo organo giudiziario sia politicizzato e non imparziale. Il 37% pensa che sia troppo di sinistra, il 22% fin troppo di destra.

Forti di questo consenso, i Repubblicani e il loro candidato intendono condurre una duplice offensiva contro l’Obamacare, una nel breve periodo (entro luglio) e una nel lungo (dopo le elezioni di novembre). Lo scontro nel breve periodo sarà condotto soprattutto dalla maggioranza repubblicana alla Camera. John Boehner, lo speaker della camera bassa del Congresso, ha già annunciato un voto, il prossimo 11 luglio, volto a “sradicare” la legge sulla sanità. «Non nasconderemo la nostra risolutezza di voler respingere in modo integrale la nuova legge», ha spiegato Boehner ieri. Alla Camera i Repubblicani possono vincere facilmente, vista la loro supremazia numerica schiacciante. Ma al Senato qualsiasi loro voto può essere annullato da una maggioranza democratica. La mossa di Boehner è dunque solo “morale” e volta a conquistare elettori. Quella che conta è l’offensiva di lungo periodo. Che si può riassumere in questa logica: “fate vincere Mitt Romney, votate una maggioranza repubblicana al Senato e la legge sarà cancellata”. Come? Con una legge ordinaria di “riconciliazione”, un emendamento a una legge sul budget (e l’impianto legale dell’Obamacare è, a tutti gli effetti, una legge sul budget) volto a “riconciliarla” con il bilancio federale nel suo complesso. I Repubblicani ritengono che l’Obamacare consista, in sintesi, in un aumento di tasse e tendono a sottolineare soprattutto i costi dell’Obamacare che i cittadini dovranno sopportare. Per far passare una riconciliazione, basta una maggioranza di 51 voti. Non è un’ambizione troppo elevata. Purché, però, le elezioni di novembre mandino realmente 51 Repubblicani al Senato. E Romney alla Casa Bianca.


di Stefano Magni