Il giorno più lungo per la Casa Bianca

giovedì 28 giugno 2012


Usa, per oggi il meteo politico prevede una giornata bollente per l’amministrazione Obama. Ma non è l’anticiclone Caronte a scaldare ulteriormente il clima torrido del Nord America, bensì un doppio voto fondamentale. Anzi: un voto e una sentenza, ad essere precisi. Il voto si terrà alla Camera del Congresso e riguarderà la possibile mozione di censura nei confronti del Procuratore Generale (l’equivalente del ministro della Giustizia) Eric Holder. L’uomo di governo è ritenuto responsabile di aver negato chiarimenti sul fallimento dell’operazione Fast and Furious, cioè il tentativo di mandare armi (tracciabili dalla polizia) a boss messicani per scovare le rotte del contrabbando.

Operazione andata malissimo, finita involontariamente in una donazione di equipaggiamento militare alle bande dei narcotrafficanti. Che con quelle armi hanno ucciso almeno 200 persone, fra cui l’agente americano Brian Terry. Se Eric Holder dovesse subire una mozione di censura, potrebbe essere incriminato per negligenza da un procuratore statunitense. Ma anche Obama verrebbe coinvolto. Perché è il presidente che, per quasi due anni, ha incoraggiato il suo ministro a tenere segreti i documenti dell’operazione Fast and Furious chiesti dal Congresso. Messo all’angolo il ministro, è stato sempre Barack Obama a coprire la documentazione appellandosi al “privilegio esecutivo”. L’amministrazione, secondo gli osservatori, avrebbe parecchie cose imbarazzanti da nascondere sotto il tappeto. La Casa Bianca nega che uomini di governo abbiano qualcosa a che fare con la gestione (e il relativo fallimento) di Fast and Furious. Ma allora perché appellarsi al privilegio esecutivo per coprire il tutto? I Democratici si difendono affermando che fu Bush ad avviare questa operazione ed è stato Obama a provi fine, nel 2010. Ma non è così. Perché Obama, nel suo primo anno di amministrazione (2009) ha potenziato il programma. Fast and Furious è un’operazione avviata nell’estate del 2009. Quindi: sì, l’amministrazione può aver molto da perdere, se il voto di oggi dovesse essere vinto dai Repubblicani. Ma Fast and Furious è un’inezia politica se paragonata alla sentenza, attesa per oggi: quella sull’Obamacare.

La Corte Suprema (salvo rinvii) deciderà in queste 24 ore, se considerare costituzionale o anti–costituzionale la riforma della sanità, cioè il principale atto politico di questo presidente. Non è una cosa da poco, a quattro mesi dalle elezioni.


di Stefano Magni